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Dieci operai ricoverati a Cefalù per intossicazione, tre sono gravi

Dieci operai del cantiere del raddoppio ferroviario della linea Palermo-Messina sono stati ricoverati all’ospedale Giglio di Cefalù – comune siciliano in provincia di Palermo – dopo avere mangiato alla mensa aziendale.

Intossicazione

Ieri sono arrivati al pronto soccorso i primi operai che accusavano forti dolori addominali, sottoposti alle analisi di laboratorio. In serata il bilancio dei ricoverati è salito a dieci.

Tre di loro in condizioni più serie sono stati trasferiti al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cimino di Termini Imerese.

I medici hanno tempestivamente richiesto, tramite il Centro antiveleni di Pavia, l’antidoto per l’avvelenamento che è stato trovato in un ospedale di Catania.

Botulino?

I campioni di sangue, prelevati dai primi pazienti giunti al pronto soccorso, sono stati inviati, nel pomeriggio, a Roma all’Istituto Superiore di Sanità per la ricerca della sostanza tossica e la conferma della diagnosi.

L’ipotesi più accreditata è una sospetta intossicazione da botulino. La tossina botulinica – una proteina neurotossica prodotta dal batterio Clostridium botulinum – è la proteina più tossica finora conosciuta.

La morte sopravviene generalmente in seguito all’insufficienza respiratoria dovuta alla paralisi dei muscoli respiratori, pertanto il trattamento consiste nel somministrare antitossine e nell’effettuare la ventilazione artificiale.

Esistono due principali antitossine disponibili per il trattamento del botulismo: la Trivalente e la Eptavalente, entrambe di derivazione equina. I comuni rimedi utilizzati contro gli agenti nervini, come l’iniezione endovena di atropina, nel caso di avvelenamento provocato dalla tossina botulinica agiscono invece potenziando gli effetti tossici. Se la terapia corretta viene intrapresa rapidamente, il suo effetto è veloce e il recupero è completo.

Milena Castigli

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