News

Natale e Covid, Boccia: “Con 600 morti inopportuno parlare di cenoni”

“Le Regioni oggi hanno consegnato delle linee guida sulle quali ci confronteremo quando ci saranno le condizioni per riaprire, oggi non ci sono”. Interviene in modo deciso il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, sull’istanza avanzata dai territori dell’arco alpino, che chiedevano al governo di rivedere la decisione di lasciar chiusi gli impianti sciistici durante la stagione invernale. Una scelta che, secondo assessori e operatori alberghieri, metterebbe definitivamente in crisi un comparto economico già duramente provato dal lockdown. “Valuteremo nel prossimo Dpcm se ci saranno le condizioni e per fare cosa”, ha detto Boccia nel suo intervento a La Vita in diretta.

Boccia: “Non perdere il senso di comunità”

L’invito del titolare alle Autonomie e agli Affari regionali è “non perdere il senso di comunità”. E, soprattutto, a ricordare che “molti italiani non ci saranno più il prossimo Natale”. Per questo è importante, secondo Boccia, far fronte comune stimolando quel senso di unità “che è venuto fuori nella prima ondata e che ci ha consentito anche di dimostrare che il Paese ha una capacità di reazione molto forte”. Sul tema delle festività natalizie e di tutto l’indotto a esse correlato (incluso il turismo invernale), Boccia ribadisce il ferno del governo sui grandi raduni. “Con 600-700 morti al giorno – ha detto durante un sopralluogo all’ospedale da campo della Marina militare a Barletta – parlare di cenone è fuori luogo. Lo dico con grande chiarezza. Natale e Capodanno è ancora più fuori luogo”.

Aiuto al sistema sanitario

Durante la sua visita a Barletta, Boccia ha rinnovato il suo ringraziamento alla classe medica, ribadendo che “nei nostri ospedali non entrerà mai nessuno con una carta di credito. Entreranno tutti e saranno tutti curati e dobbiamo essere grati ai nostri nonni per questo sistema. Ora dobbiamo difenderlo perché gli operatori sanitari non sono invincibili, i medici, gli infermieri, gli assistenti sanitari hanno bisogno del nostro aiuto soprattutto del nostro rispetto delle regole”. E i 40 posti letto dell’ospedale da campo vengono definiti “un contributo importante”, oltre che un’occasione per sottolineare che “il problema non sono i posti letto. Il problema è rendere sicure le aree, consentire tamponi in tempo reale, aiutare chi è in difficoltà nell’andare in terapia subintensiva. Un ospedale militare fa tanto altro, non solo sono 40 posti letto che sono comunque importanti”.

Damiano Mattana

Recent Posts

Beato Giovanni Martino Moye: missionario in Cina

Beato Giovanni Martino Moye, Sacerdote e fondatore delle Suore della Divina Provvidenza Cutting (Francia), 27/01/1730…

4 Maggio 2024

“Hanno osservato la mia parola” Il commento di mons. Angelo Spina

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 15,18-21 https://www.youtube.com/watch?v=6lozlHaRF9Q   In quel tempo, disse Gesù ai suoi…

4 Maggio 2024

Arezzo, arte e fede nel segno di Giorgio Vasari

Arte e fede nell'Arezzo rinascimentale. Documenti rari, stampe e antichi manoscritti per ripercorrere la storia…

4 Maggio 2024

La solidarietà come antidoto all’indifferenza. La storia di Iside

La solidarietà è la base della convivenza. "Nulla di quello che accade all'uomo deve risultarci…

4 Maggio 2024

I due messaggi della visita di Mattarella a New York

L’inizio della crisi ha una data ben precisa: 5 febbraio 2003. Il giorno in cui…

4 Maggio 2024

Il “segreto” di Sandra Sabattini

Sono passati 40 anni da quella mattina, tragica, in cui un'auto investì Sandra. Era l’ottava di…

4 Maggio 2024