“Chi non diventa pazzo non è normale”. È questo il motto del nuovo tour di Goran Bregovic, che questa sera sarà in concerto per il festival “Eutropia”, alla Città dell’altra Economia di Testaccio. “Ognuno ha il diritto di impazzire un po’”, spiega il musicista bosniaco. Con le radici nei Balcani e la mente del ventunesimo secolo, Bregovic mescola sonorità di fanfare tzigane, polifonie tradizionali bulgare, chitarre elettrice e percussioni tradizionali. In questi giorni l’artista sta anche preparando un nuovo album che uscirà per la fine dell’anno, dal titolo “Tre lettere da Sarajevo”. Il titolo, dichiara il musicista, “prende ispirazione da un concerto per violino e due orchestre che ho scritto nel 2006”. Il pezzo gli era stato commissionato dall’Echo – European concert hall organisation – per presentarlo nel corso di un tour di dieci date nelle principali sale da concerto europee.
Il concerto era organizzato intorno all’idea di tre lettere in musica indirizzate ai profeti delle grandi religioni monoteiste che per secoli – e continuano anche oggi – si erano scontrate in Europa. La speranza è che la musica, in quanto linguaggio universale, sia in rado di diventare strumento per la comprensione e il dialogo. “Dopo la guerra dei Balcani, voglio sempre ricordare quanto ci sia bisogno di comunicazione”, ha sottolineato Bregovic, che è tornato a questa idea, includendo nell’album alcune parti del concerto per violino alternate a nuove canzoni, delle quali si avrà qualche anticipazione questa sera.
Il resto dell’esibizione a Eutropia sarà invece dedicata al suo repertorio classico, che spazia dai grandi successi scritti per i film di Emir Kusturica ai brani degli ultimi due album: “Alkohol” e “Champagne for Gypsies”. Sicuramente Bregovic riuscirà a trascinare il pubblico grazie ai suoi ritmi irresistibili, tradizioni, canti popolari, sentimenti e storie di intere generazioni e popoli che si fondono con la musica.
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