Si è conclusa positivamente la trattativa tra Unicredit e Amundi per la cessione di Pioneer, società d’investimenti finanziari controllata da Credit Agricole. Restano fuori dalla cessione le attività in Polonia della stessa Pioneer.
L’accordo prevede il pagamento in cassa per 3,5 miliardi di euro. In aggiunta UniCredit riceverà dal suo asset, prima della chiusura dell’operazione, un dividendo straordinario di 315 milioni. L’operazione genererà una plusvalenza netta per UniCredit a livello consolidato pari a 2,2 miliardi di euro nel 2017, con un impatto positivo sul Common Equity Tier 1 di UniCredit stimato in circa 78 punti base.
Nell’ambito della cessione UniCredit e il gruppo francese formeranno una partnership strategica per la distribuzione di prodotti di risparmio gestito in Italia, Germania ed Austria consolidata da un accordo distributivo di durata decennale. L’istituto di piazza Cordusio si riposizionerà su un modello di business concentrato sulla distribuzione, pur mantenendo l’esposizione ai ricavi commissionali generati dal collocamento dei prodotti di risparmio gestito.
Questo affare, spiega la società francese in una nota, “consentirà ad Amundi di rafforzare in misura significativa il proprio progetto industriale e di consolidare la sua posizione di leader europeo nell’asset management, creando l’ottavo asset manager a livello globale con masse in gestione pari a 1.276 miliardi”. Amundi sarà il primo gruppo francese del settore e fra le prime 3 società di gestione del risparmio (Sgr) in Italia ed Austria. Proprio l’Italia diventerà il “secondo mercato domestico di Amundi“, con masse gestite pari a 160 miliardi di euro, con un “hub di investimento” posizionato a Milano, dove l’organico “crescerà in maniera significativa”. L’acquisizione di Pioneer consente inoltre di “beneficiare di una piattaforma negli Usa di primaria importanza” e di “aumentare il peso dei clienti retail a più alto margine”, passando dal 27 al 35% sul totale delle masse gestite.
Dall’operazione Amundi prevede sinergie su base annuale “per circa 180 milioni di euro a pieno regime entro 3 anni”. Circa 150 milioni di euro con l’unificazione delle piattaforme di investimento e altri 30 milioni in “sinergie nei ricavi”, a fronte di costi totali di integrazione stimati a “circa 190 milioni di euro ante imposte” spalmati tra il 2017 ed il 2018. Secondo Xavier Musca, presidente di Amundi, l’acquisto di Pioneer “è perfettamente in linea con la strategia di acquisizione selettiva annunciata al momento dell’Ipo”, mentre l’amministratore delegato Yves Perrier ritiene di aver compiuto un “importante passo in avanti per consolidare la posizione di Amundi quale leader europeo dell’asset management”.
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