Terrorismo, Orlando: subito una procura europea

“La crescente minaccia del terrorismo internazionale” ci pone “l’obbligo di una verifica dell’efficacia dell’attuale assetto normativo per rafforzare meccanismi di prevenzione e repressione”. Lo ha detto il ministro Andrea Orlando alla Camera nella relazione annuale sull’amministrazione della giustizia. Secondo il Guardasigilli per arginare il fenomeno servono “nuove misure per i controlli sui mezzi e i materiali” che potrebbero essere usati “per eventuali attentati e l’applicazione” di provvedimenti di “prevenzione personali su potenziali stranieri combattenti”.Orlando ha, dunque, chiesto l’istituzione di una procura europea.

Ma non c’è solo l’emergenza legata all’integralismo islamico in agenda per Orlando, a tenere banco c’è anche la riforma della giustizia, che ha subito un accelerazione dopo i recenti fatti di corruzione. Fenomeno che, secondo il ministro, ha raggiunto “dimensioni intollerabili anche per il suo frequente intreccio con le organizzazione di tipo mafioso. Questo ha effetti devastanti sul piano economico e per i cittadini”. La vera piaga è, infatti, costituita “Dalle infiltrazioni delle organizzazioni criminali nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione”. C’è poi la questione legata alla giustizia penale “tema in cui gli slogan hanno spesso prodotto dei danni. Questo approccio costituisce uno delle maggiori tare nel nostro Paese rispetto ad altri”. Il Guardasigilli ha ricordato ad esempio la modifica della disciplina della “tenuità del fatto, strumento invocato dalla magistratura e dall’avvocatura e che non ha nulla a che vedere con la depenalizzazione”.

Altro passaggio importante è quello sull’emergenza carceri, nelle quali alla fine del 2014 erano presenti “53.623 detenuti”, numero che da qualche mese si è stabilizzato. Al dicembre 2013 erano 62.536. Al momento della condanna della Ue erano oltre 66 mila, mentre alla fine del 2010 erano 77 mila. Sempre al 31 dicembre 2014, i posti nelle nelle prigioni 49.635. “A chi parla di indulto mascherato- aggiunge Orlando- i numeri ci dicono che non abbiamo rinunciato a una stabile diminuzione dei detenuti senza provvedimenti eccezionali”, ma facendo ricorso “a misure alternative al carcere. Un percorso coraggioso che risponde alla richiesta di sicurezza cittadini”.