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Tav verso la bocciatura?

Non ho ancora letto il dossier”. Così Matteo Salvini arrivando a Palazzo Chigi per il vertice di governo. Il documento cui si riferisce il vicepremier è l'analisi costi-benefici sulla Tav, inviata dal ministero per le Infrastrutture al premier Giuseppe Conte e ai due vice, Luigi Di Maio e lo stesso Salvini.  

Dibattito

 “La relazione verrà pubblicata sul sito” del Mit, ha annunciato il ministro Danilo Toninelli. “Finalmente, potrà partire un dibattito pubblico importante, a partire dai numeri”, sottolinea. E si potrà capire “quanto ci costa, quanti sono i benefici. E non si creeranno opinioni su giudizi ma su dati scientifici“. Per Salvini “sulla Tav c'è bisogno di finire quello che abbiamo cominciato, certo non perché ce lo dicono i francesi, ma perché serve agli italiani“. Il no all'opera dell'analisi, dopo settimane di balletto tra Lega e 5 Stelle, sembra però scontato. “Abbiamo pianificato miliardi di investimenti infrastrutturali nel nostro budget, quindi un potenziale 'no' all'alta velocità non rappresenterebbe un 'no' alle infrastrutture in generale”, ha spiegato Conte. Le opposizioni, però, si preparano a dare battaglia.

L'analisi

Secondo quanto anticipato dal Fatto Quotidiano la relazione boccia l'opera. I costi, riporta il quotidiano sono altissimi e i benefici quasi inesistenti. I primi, in particolare, ammonterebbero a 12 miliardi, mentre i secondi si fermerebbero a 800 milioni. Nel migliore dei casi si arriva a un effetto negativo (sbilancio tra costi e benefici) di 5,7 miliardi; nel peggiore si sfiorano gli 8 miliardi; in quello “realistico” si arriva a 7 miliardi. Il risultato del dossier è dunque una stroncatura, anche considerando i costi necessari per fermare l'opera. Una bocciatura che nasce dal fatto che una vera domanda di traffico non sembra esserci.

Costi

Per sostenere l'opera le merci dovrebbero essere 25 volte di più. I tecnici utilizzano due scenari: nel primo si basano su stime di traffico merci e passeggeri, stilate a partire dal 2011 dall'Osservatorio sul Tav di Palazzo Chigi. Nel secondo le stime, assai ottimistiche, sono riviste alla luce di scenari “più realistici”. Il risultato è negativo in entrambi. Anche assumendo che servano 1,5 miliardi per ripristinare i luoghi dei cantieri e ammodernare la vecchia linea del Frejus, come sostiene il costruttore italo-francese Telt, il risultato resterebbe negativo per 5,7 miliardi.

Francesco Volpi

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