Si è dimesso Vincenzo Figuccia, ormai ex assessore ai rifiuti della neoinsediata giunta regionale guidata da Nello Musumeci, segnando la prima grana per il presidente centrodestrista: Figuccia, dopo aver polemizzat, in modo aspro, con Gianfranco Micciché in relazione agli stipendi d'oro dell'Assemblea regionale, ha ritenuto di dover rassegnare le proprie dimissioni a poco più di un mese dall'elezione sostenendo di essere “un uomo libero” e che “da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori che mi hanno votato per tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati”.
Nella giornata di ieri si era consumato il clou dello scontro interno fra la maggioranza, con l'assessore Figuccia a scagliarsi contro il presidente dell'Ars, Micciché, sul tema dell'eliminazione del tetto degli stipendi ai membri dell'Assemblea. Una decisione che aveva incontrato il disappunto del titolare ai rifiuti della Regione il quale aveva definito un errore l'elezione della figura di Micciché alla presidenza in quanto non avrebbe garantito discontiunità con il passato: “Non mi piace l'immagine che si sta dando all'esterno – aveva detto Figuccia -. La considero offensiva per tanti che non possono mangiare, licenziati, inoccupati, giovani, meno giovani e soggetti appartenenti a varie categorie che guardano a questo governo con speranza e che aspettano segnali nella direzione del cambiamento, dello sviluppo e del sostegno a chi soffre”.
Parole che, ai più, avevano fatto sospettare una frattura che, ventiquattro ore dopo, si è tradotta nelle dimissioni: “Si tratta di una decisione maturata dopo profonda e attenta riflessione – ha spiegato l'assessore -, ponderata su aspetti di carattere politico e supportata da valutazioni di natura tecnica e personale. Per queste ragioni ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni, rimanendo garante e anello di congiunzione fra i cittadini e i luoghi deputati a legiferare per il cambiamento”.
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