Abbiamo troppo da fare per dare soddisfazione a chi vuole che il governo salti. Certo, basta con gli attacchi” del Movimento 5 Stelle, sui quali “temo che abbiano influito i sondaggi e le Regionali. Noi abbiamo vinto dappertutto, ma quelle sono elezioni locali“. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini al Corriere della Sera.
Secondo il leader della Lega al momento “non esiste una maggioranza alternativa” e il governo può ancora fare molto. “Per dire, l'obiettivo non è quota 100, è quota 41: se hai lavorato per 41 anni, vai in pensione. E poi la riforma della giustizia, della scuola, l'autonomia, la riforma fiscale”. Salvini premette che “alcuni provvedimenti approvati da questo governo non sono affatto nel dna della Lega. Pensi al reddito di cittadinanza: vedo tra l'altro che ha aumentato le separazioni e i divorzi, che ci sono persone che fanno acquisti strani. Ma va bene: si controllerà”, ma sulle autonomie ricorda di aver dato la sua parola, “e la mia parola vale. E poi non capisco – aggiunge – , mi parlano di sanità di serie A e di serie B. Il fatto è che oggi è così; noi siamo convinti che l'autonomia sia il rimedio. Ma non c'è solo quello: dicono no immotivati al decreto sicurezza, alla flat tax. Tanti no in sintonia con Renzi“.
Su un'eventuale riunione politica prima del Cdm di lunedì prossimo, “io sono a disposizione però nessuno mi ha chiamato, non è che sia io a non volermi riunire“, rileva il capo della Lega. Parlando delle clausole e del possibile aumento dell'Iva, il vicepremier e ministro dell'Interno ribadisce la propria posizione sullo sforamento dei vincoli europei. “Questi sono i vincoli fiscali superati, vecchi e senza senso imposti dall'Ue. Il punto non è la copertura. Per esempio: io ho proposto la detraibilità del 100% delle auto aziendali. Mi dicono che lo stato incassa 500 milioni di meno. Ma se vendi molte auto in più, lo Stato incassa 600 milioni“, dichiara. “Tra il dire 'me ne frego' dei vincoli e il dire 'non faccio niente', perché questa è l'alternativa, io sceglierò di fregarmene. E se vinceremo, la prima direttiva da cambiare sarà quella sulle banche“. Guardando all'Ue, “sabato a Milano ci saranno sul palco della Lega le delegazioni di 12 partiti stranieri. Stiamo creando un'alleanza che non c'era mai stata – spiega -. E con Orbán e i polacchi stiamo ragionando”.
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