La morte di Daniele Belardinelli, tifoso del Varese investito da un suv prima del match Inter-Napoli e gli ululati razzisti al calciatore partenopeo Kalidou Koulibaly hanno riportato al centro delle polemiche il cosiddetto mondo ultras.
Si torna a parlare di sicurezza fuori e dentro gli stadi. Come poterla garantire ed evitare il ripetersi di scontri tra gruppi di tifosi rivali? Ieri il questore di Milano, Marcello Cardona aveva annunciato di aver richiesto d'urgenza al Dipartimento della Pubblica Sicurezza il divieto delle trasferte per i tifosi interisti fino al termine della stagione in corso. A ciò, si aggiungeva poi la richiesta di chiudere la curva nord interista fino al 31 marzo 2019. Anche Il Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea ha inflitto due turni a porte chiuse per la squadra milanese allenata da mister Spalletti, più un altro turno con il solo secondo anello verde chiuso.
Provvedimenti che non sembrano incontrare il favore del ministro dell'Interno. Salvini, infatti, ha dichiarato oggi: “Così si condannano i tifosi veri”. Il vicepremier leghista ha spiegato così la sua posizione: “I teppisti, i delinquenti che a due chilometri dallo stadio si sono presi a mazzate a Milano non sono tifosi“. “Non vanno confusi quei pochi delinquenti che vanno in giro con il coltello in tasca con milioni di tifosi che hanno diritto di seguire le partite della loro squadra del cuore”, ha aggiunto. La chiusura degli stadi, dunque, secondo Salvini rappresenterebbe la “risposta sbagliata” ad un problema concreto. Ieri sera, il ministro era intervenuto sempre sullo stesso tema nel corso di una telefonata alla trasmissione di Mediaset “Tiki Taka”. Salvini ha riassunto con un post su Facebook il suo intervento in diretta: “Per risolvere i problemi nel calcio bisogna coinvolgere intorno ad un tavolo tutti i protagonisti: calciatori, tifoserie, presidenti, arbitri, giornalisti. Non bisogna però confondere i delinquenti con i tifosi perbene”.
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