Salvini chiede la verifica di governo

Non è per nulla passato lo strascico polemico legato al caso Sea Watch e Sea Eye, con il vicepremier Salvini che, anche da Varsavia, tiene la linea sul tema migranti, mantenendo una posizione anche sul caso specifico che, ora come ora, stride con quella del presidente del Consiglio. Nemmeno l'accordo sulla ridistribuzione raggiunto da Conte ha convinto il ministro dell'Interno che, durante la sua visita polacca (nella quale ha incontrato l'ex primo ministro e leader del Partito di Diritto e giustizia Jaroslaw Kaczynski), ha ribadito la sua contrarietà all'ingresso dei migranti in Italia: “Il governo non cadrà, ma pretendo chiarimento immediato nelle prossime ore. Appena rientro in Italia”. Detto fatto, visto che in serata è stato convocato un vertice straordinario della maggioranza, proprio in ottica di un chiarimento su quanto accaduto nella risoluzione del caso Sea Watch.

La posizione di Salvini

Il vicepremier, a ogni modo, tiene il punto non solo sul caso specifico dei 49 migranti in attesa di ricollocamento in 8 diversi Paesi (oltre che in Italia, anche in Lussemburgo, Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania e Paesi Bassi), con il nostro Paese che, al momento, è l'unico a non aver rivelato ufficialmente quanti ne arriveranno (anche se dovrebbero essere 15): “Che siano otto o ottantotto migranti – ha detto Salvini -, io non autorizzo nessuno a entrare in Italia”. E, rivolgendosi direttamente al premier, torna sulla proposta-sfida di Conte di andare a prenderli in aereo, spiegando che “l'aereo lo uso per altre cose”. Poi precia: “Non autorizzo arrivi di migranti. Ci si consulta prima di prendere decisioni come questa. Non capisco questa accelerazione di Conte. Io ho controllo sui porti, il ministro Toninelli può decidere solo sulle acque territoriali. Per me possono calarsi con il parapendio, arrivare in elicottero, non ho controllo sullo spazio aereo”.

Delrio: “Fibrillazioni preoccupanti”

Nonostante le varie smentite su una possibile crisi di governo, l'ultima arrivata dal sottosegretario Giorgetti, l'attrito fra premier e vicepremier non è sfuggito all'opposizione, che va all'attacco: “Siamo all'editto di Varsavia – ha detto Graziano Delrio, capogruppo dem alla Camera -, le parole di Salvini sono una vera e propria sfiducia per Conte. Queste continue fibrillazioni, che oggi prendono la forma di in una vera e propria sfiducia sull'operato del premier, sono molto preoccupanti. Servono misure di lungo periodo, non è possibile che le politiche migratorie siano affrontate caso per caso mettendo in pericolo la vita di donne uomini e bambini in fuga da guerre e povertà”.