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Rosatellum bis, il testo entra alla Camera

E'il giorno “X” per la nuova proposta di legge elettorale, con il Rosatellum bis pronto ad approdare nell’aula della Camera. L’ingresso del testo a Montecitorio è previsto per le 15 ma, già a partire da questa mattina, sarà battaglia aperta per capire se, davvero, il numero non esorbitante di emendamenti presentati dai deputati (circa 200) al Rosatellum sia sintomo di buon auspicio per la sua approvazione. E’ quello che, ovviamente, sperano sul fronte di promotori e favorevoli (Pd, Forza Italia, Lega e Ap), sui quali grava l’incognita del voto segreto (potrebbero essere un’ottantina) e dei franchi tiratori. Un problema che la maggioranza (piuttosto larga) potrebbe aggirare ponendo la fiducia.

Maggioranza verso il “canguro”

La lega maggioritaria, però, potrebbe anche scegliere la soluzione del “canguro”, la norma anti-ostruzionismo che accorperebbe gli emendamenti simili facendo decadere, in questo caso, tutti quelli a voto segreto. Questo, ovviamente, qualora gli oppositori scegliessero davvero di fare appello a tale modalità di voto. Del resto, pur trattandosi di una legge fondamentale e particolarmente attesa, il numero di emendamenti presentati non è stato particolarmente imponente e pochi, almeno da parte dei 4 nomi grossi dei favorevoli, vanno a incidere sull’impianto base del testo. Decisamente esigui e tutt’altro che incidenti, quelli del quartetto di maggioranza (nessuno da parte di Ap), incentrati più che altro sulle modalità di voto per gli italiani all’estero.

Muro M5S e Mdp

Decisamente più consistente la parte avuta dal Movimento 5 stelle, notoriamente avverso a quella che, in sostanza, è una rivisitazione del Mattarellum e considerato alla stregua di un “anticinquestellum” dal candidato premier Luigi Di Maio. Cinquantacinque gli emendamenti presentati dai pentastellati, gli stessi portati in commissione Affari costituzionali (tranne due): non manca, ovviamente, la ventilata proposta “anti-Berlusconi” che chiede l’incandidabilità di un capo politico che non può avvalersene (il leader di FI rientra nella Legge Severino). Sul freno spinge anche Mdp, con 28 emendamenti depositati “per smascherare l’imbroglio di una legge” che introduce le coalizioni, come spiegato da Alfredo D’Attorre. Proposte di modifica (18) sono state avanzate anche da Sinistra italiana che insiste sull’eliminazione delle coalizioni, sul voto disgiunto, l’eliminazione delle liste bloccate nel collegio plurinominale, la riduzione del numero di pluricandidature da 5 a 3 e delle firme richieste per presentare le liste e sottoscrizione digitale.

redazione

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