Riparte il dialogo Salvini-Di Maio

Il dialogo dopo il grande gelo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio tornano a parlarsi alla vigilia del secondo giro di consultazioni decidendo una linea comune “con spirito di collaborazione per rendere operativo il Parlamento al più presto”. Nel comunicato che ha seguito il colloquio per la prima volta vengono affiancati esplicitamente i nomi dei due leader, e non dei rispettivi partiti, come protagonisti di un accordo

Riavvicinamento

Di Maio e Salvini quindi, come spiega ancora la nota, hanno “concordato di votare domani alla presidenza della commissione speciale della Camera il deputato della Lega, Nicola Molteni“. In pratica, una decisione che certifica e rinsalda quell'asse tra 5 stelle e Carroccio che sembrava in alto mare e che invece torna in primo piano. 

Nome a sorpresa

Il nome di Molteni è arrivato a sorpresa dal momento che fino a poche ore prima il favorito sembrava essere Giancarlo Giorgetti, colui al quale Salvini ha affidato la trattativa per la delicata partita con i 5 stelle e che così di fatto resterebbe “libero” per eventuali incarichi governativi qualora l'impasse continuasse. Molteni rappresenta comunque una novità politica significativa e, secondo quanto viene sottolineato in ambienti parlamentari, dargli quell'incarico non sarebbe casuale: di Molteni era la proposta di legge sulla legittima difesa e sua la battaglia contro lo sconto di pena per i reati più gravi. Ma queste misure furono affossate da Forza Italia. 

Strategia

Un modo per far vacillare ancora di più l'alleanza di centrodestra? Qualcuno, tra i 5 stelle ma anche tra i leghisti, pensa – o meglio spera – di sì, convinto che alla fine, se Silvio Berlusconi dovesse decidere di fare un passo indietro, si aprirebbero le porte per un governo Lega-M5s. Anzi, come viene ribadito da entrambe le parti, l'obiettivo più o meno dichiarato è quello di estromettere Berlusconi e poter formare così una maggioranza. Certo, la partita a scacchi continua ed entra forse nella sua fase più complicata: Di Maio non vuole esecutivi tecnici e vuole formare un governo ad ogni costo. Anche se FI restasse dentro? Nelle ultime ore anche questa ipotesi non sarebbe del tutto esclusa. Di certo, fanno sapere da M5s, Di Maio non vuole rischiare di restare fuori dai giochi.