PARTE IL RUSH PER LA NUOVA COSTITUZIONE: TUTTE LE NOVITA’

Se ne parla tanto ma in pochi la hanno capita. La riforma della Costituzione infiamma il dibattito politico in questi giorni, fra patti saltati, partiti divisi e minacce di Aventino. Ma in cosa consiste il ddl che Renzi vuole far passare ad ogni costo per rinnovare il Paese? Di cose ne cambieranno diverse rispetto all’impianto del 1948; la novità più significativa riguarda il Senato che perderà la sua competenza sulle leggi ordinarie e la manterrà solo sulle riforme e le leggi costituzionali. Non sarà più composto da 315 membri eletti ma da 95 rappresentanti nominati dai consigli regionali più 5 scelti dal Capo dello Stato che, però, resteranno in carica solo per 7 anni. A Montecitorio potrà chiedere la modifica dei testi approvati ma la Camera non sarà obbligata a tenerne conto, salvo che riguardino il rapporto fra Stato e Regioni, in questo caso la richiesta dovrà necessariamente essere respinta a maggioranza assoluta dall’altro ramo del Parlamento. Il quale, da parte sua, resterà intonso, con 630 deputati, e sarà l’unico organo legislativo della Repubblica.

I 95 senatori saranno ripartiti tra gli enti territoriali in base al peso demografico di queste ultime. Saranno eletti con metodo proporzionale tra i componenti di ciascun consiglio ma uno per regione dovrà essere un sindaco. Restano le immunità per i nuovi membri dell’ex Camera alta che quindi non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l’autorizzazione del Senato, che sarà obbligatoria anche per i processi per reati di opinione. Per quanto riguarda il titolo V verranno riportate in capo allo Stato alcune competenze prima delegate alle regioni come l’energia, le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto. Su proposta del governo, la Camera potrà approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni, “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.

A cambiare sarà anche il metodo di elezione del presidente della Repubblica, che sarà scelto dai 630 deputati e da 100 senatori, mentre mancheranno i delegati dei consigli regionali che saranno già rappresentati a Palazzo Madama. Significativa anche la procedura di nomina dei 5 giudici della Consulta che spettano al Parlamento che saranno così ripartiti: 3 Camera e 2 Senato. Per proporre il referendum serviranno 800 mila firme invece di 500 mila e dopo le prime 400mila la Corte Costituzionale sarà un parere preventivo di ammissibilità. Potranno riguardare o intere leggi o parti di esse purché abbiano un valore normativo autonomo. Il ddl di iniziativa popolare dovrà essere promosso da 250 mila firme invece che da 50 mila ma i regolamenti della Camera dovranno indicare i tempi precisi di esami. Tra le norme transitorie è previsto che su richiesta di almeno il 25% dei parlamentari la Consulta dovrà esprimere un giudizio preventivo di legittimità delle leggi elettorali in corso di approvazione.