Gli Stati Uniti avevano ottenuto “prove incontrovertibili sulla responsabilità egiziana” in merito alla morte di Giulio Regeni e passarono l’informazione al governo Renzi già poche settimane dopo il ritrovamento del corpo martoriato del dottorando italiano.
Lo rivela un lungo articolo del New York Times Magazine a firma di Declan Walsh. Il giornalista, che dal Cairo segue le fasi dell’inchiesta sull’omicidio, ha avuto conferma da tre fonti dall’amministrazione Obama: “Non era chiaro chi avesse dato l’ordine di rapire e, presumibilmente, di ucciderlo”, ha detto una delle fonti dell’amministrazione Obama, ma “Non avevamo dubbi che questa faccenda fosse conosciuta ai massimi livelli”. Poi, si legge ancora sul New York Times, su raccomandazione del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca, gli Stati Uniti passarono questa conclusione al governo Renzi.
In merito, fonti di Palazzo Chigi smentiscono la notizia evidenziando come tra l’amministrazione Usa e il governo italiano non furono mai trasmessi elementi di fatto, nelle settimane successive alla scomparsa, né tantomeno “prove esplosive”. Le stesse fonti assicurano altresì che la collaborazione con la Procura di Roma in tutti questi mesi è stata “piena e completa”.
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