Il ricordo oggi libra alto, più delle macerie ancora sul terreno, e torna a due anni fa, quando un sisma di magnitudo 6.0 causò 299 vittime e danni enormi in molti Paesi tra Lazio, Umbria e Marche.
Si è tenuta una veglia a Pescara del Tronto, frazione di Arquata del Tronto, dove sono state commemorate le 52 vittime con una fiaccolata e una Messa nel campo giochi, dove vennero composte le salme estratte dalle macerie: vi hanno partecipato centinaia di persone, tra cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il sindaco Aleandro Petrucci, rappresentanti della Regione Marche, di altri Comuni, associazioni, comitati e soprattutto i parenti delle vittime. Il vecchio borgo è stato demolito dal terremoto, i residenti si sono trasferiti nel villaggio delle Sae a valle. Un corteo silenzioso, di preghiera e commozione con in testa il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D'Ercole, che durante la Messa ha chiesto di costruire case “in modo che non ci facciano più paura”, una ricostruzione che non sia “maquillage” ma “improntata davvero a garantire un futuro nel nome della sicurezza di tutti”. Alle 3.36, orario della prima devastante scossa, il parroco di Pescara del Tronto, don Nazzareno, ha letto i nomi delle vittime accompagnati da un rintocco di campana. Conte – come riferisce RaiNews – ha osservato un silenzio rispettoso, solo alla fine si è fermato a parlare con alcuni familiari delle vittime, ha annuito ad un arquatano che lo ha esortato: “Ora diamogli sotto”. Poi un breve contatto con un comitato di terremotati che gli aveva inviato una lettera, prima di allontanarsi.
Al corteo notturno di Amatrice, invece, c'era in prima fila il vicepremier Luigi Di Maio, con la felpa con scritto il nome del paese colpito dal sisma. Con lui ad aprire il corteo, il sindaco Filippo Palombini. Fiaccolata fino alla chiesa di Sant'Agostino, sfiorando la zona rossa, e poi al parco Padre Minozzi e al memoriale. Alle 3:36 il ricordo delle 239 vittime di Amatrice. “Tanto più buia é la notte quanto é più certa l’alba”: le parole del vescovo, mons. Domenico Pompili, hanno rotto il silenzio della notte di Amatrice. Davanti a Sant’Agostino erano risuonati i 239 nomi degli uomini. Il vicepremier Di Maio è stato presente, stamattina, anche alla Messa in ricordo delle vittime presieduta ad Amatrice sempre da mons. Pompili.
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