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Modificate le relazioni sullo stato del Ponte Morandi

I militari della Guardia di finanza genovese, guidati dal colonnello Ivan Bixio ed impegnati  nell’ambito dell’inchiesta sul crollo di ponte Morandi avrebbero scoperto bozze di relazioni modificate dagli esperti della Spea, la società incaricata delle manutenzioni.

La scoperta

Durante gli interrogatori tenuti dagli uomini delle Fiamme Gialle in questi giorni, sarebbe emersa questa circostanza. I tecnici della Spea avrebbero ammorbido i termini utilizzati nella relazione in riferimento alle condizioni del ponte dopo alcune riunioni con Maurizio Ceneri, ingegnere e coordinatore dei sopralluoghi. Altre bozze, invece, sarebbero state cambiate dagli esperti all'insaputa dello stesso dirigente. Una realtà che parrebbe essere emersa dagli interrogatori degli ingegneri e dello stesso uomo di collegamento tra Spea ed Autostrade per l'Italia. Le parti “ritoccate” riguarderebbero in particolare la condizione degli stralli e dei piloni del ponte.

Le indagini

Sul motivo per cui la squadra di esperti avrebbe agito in questo modo stanno indagando i sostituti procuratori Massimo Terrile e Walter Cotugno che coordinano l'inchiesta. La società Spea ha intanto diramato un comunicato in cui spiega che i controlli non erano effettuati a tavolino. Nella nota dell'azienda del gruppo Atlantia si legge: “Spea si avvale di 145 risorse tra ingegneri e tecnici specializzati dedicate all’attività di vigilanza, suddivise tra uffici centrali e uffici locali che operano nelle aree di competenza delle Direzioni di Tronco di Autostrade per l’Italia. Le attività di controllo si svolgono sul campo, mediante l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, nel pieno rispetto delle leggi e delle normative tecniche e sono periodicamente verificate da enti interni e accreditati certificatori esterni, che ne attestano l’efficacia sostanziale e la correttezza procedurale. Nelle attività di reporting ispettivo, infine, viene utilizzato un sistema codificato di classificazione dello stato delle infrastrutture, che permette di segnalare con chiarezza lo stato di conservazione delle opere ispezionate e che ha dato prova di affidabilità in oltre 30 anni di applicazione su circa 4000 opere della rete di Autostrade per l’Italia monitorate”.

redazione

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