Abdelmajid Touil, il 22enne di origine marocchina arrestato due giorni fa con l’accusa di aver collaborato alla pianificazione dell’attentato al Museo del Bardo lo scorso 18 marzo, sarebbe stato in Italia sia nel giorno della strage che in quelli precedenti e successivi. A confermarlo è la Procura di Milano dopo aver controllato il registro delle presenza della scuola frequentata dal giovane e grazie alle testimonianze dei professori.
Digos e Ros avevano eseguito un mandato di cattura internazionale ordinato dall’autorità giudiziaria tunisina e così martedì sera,il blitz delle forze dell’ordine viene messo a segno e Abdelmajid viene fermato mentre cammina lungo la strada provinciale all’altezza del Comune di Gaggiano. La polizia lo segue fino all’entrata del portone di un palazzo dove da anni vivono la madre e due fratelli insieme alla cognata e al nipotino di 3 anni.
Dalle ricostruzioni delle autorità sono emersi i dati degli ultimi spostamenti del giovane: il 16 febbraio di sera sarebbe giunto in Italia a Porto Empedocle a bordo di un barcone dove erano presenti altri 90 clandestini. Solo il giorno dopo per il gruppo viene emesso un provvedimento di respingimento. Di lui non si hanno più notizie fino al 14 aprile quando la madre denuncia ai carabinieri lo smarrimento del passaporto del figlio. E’ da questo momento che la polizia segue la pista dell’autorità giudiziaria tunisina secondo cui il ragazzo sarebbe coinvolto nell’attentato al Bardo. La situazione comincia a prendere una piega diversa nel momento in cui cresce il dubbio che Touil potesse essere in Italia al momento della strage, ipotesi confermata dai docenti e dai registri di classe.
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