Manifattura italiana al minimo dal 2013

povertà

Il settore manifatturiero dell’eurozona ha concluso il 2014 debolmente, ordini e livelli occupazionali hanno registrato valori vicini alla stagnazione. L’indice finale Markit sul manifatturiero è rimasto leggermente al di sopra del valore minimo di novembre anche se è risultato più basso della stima.

Secondo l’indagine la Francia continua a patire la crisi registrando un grave calo degli ordini che si è ripercosso anche nel numero degli impiegati già diminuito nei mesi scorsi e che non sembra conoscere sosta. Ma il calo non riguarda solo la Francia ma tutta l’eurozona.

Nella nota che accompagna lo studio si avverte “questi siano ulteriori segnali che la debolezza nel manifatturiero si sta allargando dai Paesi periferici della Zona Euro a quelli centrali. I nuovi ordini sono scivolati ad un tasso più veloce rispetto a febbraio, causando una contrazione della produzione ed ulteriori tagli occupazionali”.

Nel dettaglio dell’Italia, la contrazione è rappresentata da un indice Pmi manifatturiero a 48,4 punti, il punto più basso dal maggio del 2013. A dicembre, la penisola ha visto il terzo mese consecutivo di calo. Il problema è che i tassi di contrazione della produzione, dei nuovi ordini e dei livelli occupazionali hanno accelerato. “Uno dei lati positivi dell’ultima indagine è rappresentato dalla crescita continua dei nuovi ordini dall’estero ad un livello che è stato in continua crescita mensile durante gli ultimi due anni, l’incremento di dicembre è stato elevato anche se è risultato leggermente inferiore rispetto a quello del mese precedente”, dice Markit.