Doccia fredda sulla ripresa, la produzione industriale a gennaio è tornata a calare e ha registrato una contrazione dello 0,7% rispetto a dicembre e del 2,2% su base annuale. Lo ha rilevato l’Istat che ha registrato nuovi segni meno dopo il risultato positivo di dicembre. La flessione tendenziale riguarda tutti i comparti ed è un dato che si rifletterà inevitabilmente sull’economia italiana. Le fasi di contrazione della produzione hanno coinciso, infatti, con i periodi di recessione mentre quelle di incremento si sono tradotte in momenti di ripresa.
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a gennaio 2015, i comparti che hanno registrato maggiori aumenti tendenziali sono stati quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+16,1%), di computer, di prodotti di elettronica ed ottica, di apparecchi elettromedicali, di apparecchi di misurazione e orologi (+4,3%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+4,3%).
Le diminuzioni maggiori si sono registrate per la metallurgia e la fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-8,1%), per le industrie tessili, l’abbigliamento, le pelli e gli accessori (-5,7%) e la fabbricazione di macchine e attrezzature n.c.a. (-5,0%). ”A parte per la fabbricazione dei mezzi di trasporto, la produzione industriale mantiene andamenti altalenanti e non continui – hanno osservato i tecnici dell’istiuto di statistica – Non vale più il detto che se va bene la Fiat va bene l’Italia almeno non per adesso”. Il dato positivo viene dunque dalle automobili salite del 35,9% su base tendenziale, mettendo in fila il quarto rialzo consecutivo a doppia cifra. E poi, ragionano i tecnici dell’Istat, c’è da tener presente lo strano inizio d’anno: per il gioco dei “ponti” di ferie di gennaio molte industrie hanno tenuto chiusi gli impianti.
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