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La responsabilità civile dei giudici è legge. Anm: “Un pessimo segnale”

Con 251 sì, 51 no e 63 astenuti la Camera ha approvato il ddl che cambia le regole sulla responsabilità civile dei magistrati. Il ministro Orlando l’ha definito “un passaggio storico”  che renderà “la giustizia meno ingiusta e i cittadini più tutelati”. Esulta via Twitter il premier Renzi “Anni di rinvii e polemiche – ha scritto – ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge!”. Protesta, invece, l’Associazione nazionale magistrati, per la quale la riforma della Vassalli del 1988 rappresenta  “Un pessimo segnale, la politica approva una legge contro i magistrati. E tutto questo accade in un momento mentre c’è una corruzione dilagante”.

Il timore espresso dalle toghe è che i giudici, d’ora in poi, spaventati da possibili ripercussioni giudiziarie, possano essere scoraggiati dal compiere fino il fondo il proprio compito, specie quando si tratta di indagini o processi scomodi o nei quali siano coinvolti uomini di potere. Ma il Guardasigilli ha assicurato che l’applicazione della nuova legge andrà monitorata nel concreto “valuteremo laicamente gli effetti – ha spiegato – e siamo pronti a correggere alcuni punti” . Per accelerare il passaggio del testo ed evitare di incappare nella maxi multa di 37 milioni che sarebbe stata comminata dall’Unione Europea ove l’Italia non si fosse adeguata al diritto comunitario il governo ha espresso parere negativo nei confronti di tutti gli emendamenti presentati.

Tuttavia Orlando ha sottolineato che sarà la giurisprudenza stessa a “chiarire che molti dei pericoli paventati non hanno riscontro”. Rischi come quello di una possibile pioggia di ricorsi ora ora che non serve più una passaggio preventivo per valutarne l’ammissibilità; e che il travisamento del fatto e della prova rientra fra le ipotesi per cui chiedere i danni. La riforma mantiene l’impostazione di responsabilità indiretta della Vassalli: il cittadino cita in giudizio lo Stato (nella persona del presidente del Consiglio), il quale, se perde, può rivalersi nei confronti del magistrato. Ma rispetto alla vecchia legge vengono ampliati i casi in cui si può promuovere l’azione; si innalza, poi, la soglia economica di rivalsa del danno, che può arrivare fino alla metà stipendio del giudice, la sanzione, poi, scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove.

Luca La Mantia

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