IL MARE DELLE STRAGI. MIGLIAIA DI MORTI IN 4 ANNI

La strage di migranti di domenica notte entrerà nella storia come la peggiore avvenuta nel mediterraneo. La peggiore perché non è la prima ad accadere. Dopo il rovesciamento del regime di Gheddafi e le primavere arabe centinaia di disperati hanno preso il mare alla ricerca delle coste europee. Sfruttati dagli efferati scafisti al soldo delle organizzazioni criminali e fondamentaliste si avventurano in pericolosi viaggi che troppo spesso si trasformano in tragedia. Il 16 febbraio 2011 scompare un barcone con a bordo circa 200 immigrati. Pochi giorni dopo, il 14 marzo, un’imbarcazione che trasporta una quarantina di tunisini affonda. Solo cinque di loro riescono a salvarsi, gli unici che sapevano nuotare, salendo su un altro natante diretto a Lampedusa. A raccontare i particolari della tragedia sono gli stessi superstiti appena sbarcati. Tre dei naufraghi vengono trasferiti nella Guardia medica. Il natante si sarebbe ribaltato subito dopo la partenza da Zarzis, in Tunisia.Nella notte tra il 29 e il 30 marzo, invece, un barcone con a bordo 17 immigrati partiti dalla Libia affonda a largo di Lampedusa. A raccontarlo sono i sei superstiti, secondo cui sarebbero annegati 11 loro compagni durante la navigazione.

Non basta perché 4 giorni dopo, il 3 aprile, i corpi di 70 persone vengono recuperati al largo della Libia, a poche miglia da Tripoli. Sono poco mendo di 250, poi, le vittime della tragedia che si consuma il 6 aprile dello stesso anno. Si rovescia un’imbarcazione con a bordo circa 300 persone, ne vengono recuperate appena 51 a più di 12 ore dall’incidente. L’8 maggio 2011 527 profughi vengono salvati in extremis a Lampedusa da un barcone incagliato sugli scogli che rischia di capovolgersi, ma tre di loro, tutti giovanissimi, non ce la fanno e muoiono a un passo dal traguardo. I cadaveri vengono recuperati incastrati sotto il barcone a Cala Francese: due immigrati muoiono per annegamento, uno per schiacciamento. il primo agosto 25 migranti, tutti uomini e non ancora trentenni, muoiono asfissiati nella stiva di un barcone partito dalle coste libiche verso Lampedusa. I corpi vengono scoperti dagli uomini della Guardia costiera una volta terminato il trasbordo degli extracomunitari.

L’11 ottobre del 2012 un altro dramma: trentaquattro migranti, tra cui sette bambini e undici donne, sono le vittime di un naufragio a 70 miglia da Lampedusa. Il natante su cui viaggiano si capovolge mentre i migranti si muovono per farsi notare da un elicottero in ricognizione. Nel 2013, il 10 agosto, sei persone muoiono sulla spiaggia del lungomare della Plaia di Catania, nei pressi del Lido Verde, annegando, proprio nel tentativo di raggiungere la riva. Sull’imbarcazione, arenatasi a circa 15 metri dalla costa, viaggiavano oltre 100 extracomunitari, soccorsi dalle forze dell’ordine e dalla guardia costiera e trasferiti nel porto di Catania per l’identificazione e i soccorsi. Il 3 ottobre dello stesso anno a largo di Lampedusa 366 migranti muoiono in un naufragio. Arriviamo poi al 19 luglio 2014 con 18 persone asfissiate nella stima di un barcone sempre a largo di Lampedusa. Le ultime sono di questi giorni: il 13 aprile un gommone si capovolge a circa 80 miglia dalle coste della Libia. Nove i morti e 144 i migranti portati in salvo.