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Il governo prepara la riforma della giustizia

Mancano poche ore al vertice di Palazzo Chigi propedeutico alla riforma della giustizia, sull'onda del caso nomine che ha travolto il Consiglio superiore della magistratura

Politica e magistratura

Per il premier Giuseppe Conte è necessario “recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni” e la soluzione è una riforma “del meccanismo di elezione dei componenti del Csm, in modo da recidere la possibilità di contaminazione fra politica e magistratura“. Stesso principio espresso dal Guardasigilli, Alfonso Bonafede, intervenuto a Porta a Porta. “Noi abbiamo una delle magistrature migliori al mondo, per produzione e qualità, una tradizione giuridica unica al mondo – ha ricordato – i nostri magistrati sono gli eredi di Falcone e di Borsellino, e non permetterò a nessuno di macchiare la Giustizia in maniera indelebile. C'è un terremoto in corso, le istituzioni compatte sapranno reagire. Bisogna sia intervenire sulle persone coinvolte e inserire in maniera blindata la meritocrazia“. Quello che emerge dall'inchiesta di Perugia, ha spiegato, è “un fatto gravissimo“, che “non può andare a finire a tarallucci e vino. Non mi interessa dire 'si è sempre fatto', 'lo facevano anche altri'. La sanzione deve arrivare perché non deve passare il messaggio che queste situazioni possano rimanere senza responsabili. Questo ce lo chiedono i cittadini e ce lo chiede la stragrande maggioranza dei magistrati”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, intervistato a Porta a Porta. Per il ministro “non c'è possibilità di gattopardismi o di fare melina. Bisogna cambiare. Ci sono dei giovani magistrati e io ho il dovere di dire che faranno carriera se sapranno essere bravi magistrati. Oggi invece c'è l'idea che uno deve stare nella corrente giusta e fare pubbliche relazioni“.Per il vicepremier Matteo Salvini l'obiettivo “è portare a compimento una riforma della giustizia che renda i tempi certi e consegni al mondo delle imprese un Paese sano”.

Intercettazioni

In via Arenula i tecnici stanno lavorando alla riforma delle intercettazioni dopo il rinvio dell'entrata in vigore di quella concepita dal precedente ministro, Andrea Orlando. Al tavolo convocato per venerdì sono stati invitati anche esponenti dell'Ordine dei giornalisti e del Consiglio nazionale forense, contrari al “'bavaglio”. “Sottolineeremo – ha annunciato il presidente del Consiglio nazionale dell'Odg, Carlo Verna – la nostra posizione per un'informazione libera, nonché la disponibilità a proporre e trovare soluzioni nell'interesse del bene comune e per il bilanciamento di diritti contrapposti e ribadiremo come la rilevanza sociale dell'informazione sia una stella polare che ha un valore assoluto in democrazia“.

 

L.l.m

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