Grillo in Sicilia: “La mafia è corrotta dalla finanza”

Attacchi ai rivali di sempre: giornalisti, politica, finanza. E una stoccata al presidente della Regione, Rosario Crocetta. Beppe Grillo non si smentisce mai e da Palermo ha colto l’occasione dello “Sfiducia day” per fare fuoco sugli avversari. “Io non so come affrontare stasera – ha esordito il leader del M5S- perché dipende tutto da quello che dico. Se mi scappa una frase, una parola, questi coyotes dei mezzi d’informazione sono già pronti a smembrare il significato di questa serata”. Grillo, ha infatti, affrontato uno dei temi più sensibili per la platea siciliana: la criminalità organizzata.

“La mafia è stata corrotta dalla finanza – ha detto la guida dei pentastellati – la mafia non metteva bombe nei musei o scioglieva i bambini nell’acido. La mafia aveva una sua morale. Non c’è più niente. E’ stata corrotta da dentro, dalla finanza, dai soldi, dalle multinazionali, dagli affari. Cos’è oggi un’associazione a delinquere? Da chi è formata? Da un uomo d’affari. Non c’è quasi nessuna differenza tra uomo d’affari e mafioso. Solo che il mafioso sa che è fuorilegge. L’uomo d’affari si assolve perché è dentro il sistema”.
Grillo ha anche riservato una stoccata al capo dello Stato, che martedì prossimo sarà ascoltato come teste al processo sulla trattativa Stato-mafia. “Hanno impedito a Toto Riina e a Bagarella di andarci vicino, ma per proteggere Riina e Bagarella. V’immaginate già essere il 41bis, trovarsi anche un Napolitano bis…”. Davanti alle centinaia di persone accorse davanti alla sede dell’Ars, il comico genovese ha poi osservato come a suo dire “la mafia è emigrata da qua. C’è rimasto poco – ha detto – qualche pizzo, qualche sparatoria da picciotti. Oggi la mafia fa i grandi lavori. Visto che nel Pil ci mettono anche prostituzione e droga, voglio che la mafia si quoti in borsa. E vuoi vedere che se investi ci guadagni anche”.

Non poteva mancare un attacco al governo, sul tema della riforma del lavoro “Con il Jobs Act aumenta l’occupazione, ma le ore lavorate restano le stesse – ha spiegato – E’ un’idea tedesca applicata dalla Germania nel 2003. E la Germania dal 2003 non è cresciuta. Anzi, adesso è in negativo. Il loro Jobs Act è fallito, e lo vogliono rifilare a noi. Quando non più svalutare la tua moneta svaluti i salari, e quindi la vita delle persone”.
Infine, prima di congedarsi dalla platea, Grillo ha trovato l’occasione per polemizzare con il governatore siciliano, Rosario Crocetta, colpevole di aver proseguito sulla stessa lunghezza d’onda dei suoi predecessori Cuffaro e Lombardo. “Crocetta non si capisce cosa sia, da nessun punto di vista –ha detto-. Non voglio entrare in particolari nauseabondi. Voglio solo capire. Abbiamo le firme, mettiamo le firme. In Sicilia siete sempre stati un bacino di voti. Ma io a questo punto il voto lo metterei all’asta per scaricarlo dalle tasse”.