Riteniamo profondamente irrispettoso vedere, come avviene in queste ore, leader di partito indicare date delle prossime elezioni, prima ancora che il presidente abbia tutti gli elementi per pronunciarsi su un eventuale scioglimento di una legislatura che, nei fatti, non è ancora partita”. Lo ha detto il leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, dopo le consultazioni al Quirinale.
Questa, secondo l'ex presidente del Senato, “è la dimostrazione del fallimento di una pessima legge elettorale e di una classe politica in grado solo di far campagna elettorale e non di assumersi le responsabilità conseguenti dai risultati. Crediamo che i cittadini sapranno valutare, anche in termini elettorali, il comportamento tenuto in questi mesi da ciascuna forza politica“. Leu, ha sottolineato Grasso, “ha ribadito la stessa posizione di sempre, i nostri voti, per quanto non dirimenti ai fini delle maggioranze parlamentari, non sono, come è ovvio, a disposizione di alcuna maggioranza che coinvolga le forze di centrodestra“.
Favorevoli a un governo del presidente sono, invece, le autonomie, pronte a mettere a disposizione i loro 8 voti. “Lo abbiamo detto al presidente Mattarella” ha spiegato Juliane Unterberger, presidente del gruppo al Senato. “Se un governo tecnico dovesse essere incaricato di modificare la legge elettorale – ha proseguito – chiediamo che questa tuteli le minoranze linguistiche”. Al capo dello Stato “abbiamo fatto presente la nostra preoccupazione e il nostro disappunto per il comportamento di alcuni partiti che non sono responsabili. Noi pensiamo che un voto in estate porterebbe allo stesso risultato probabilmente con alcune percentuali un po' diverse ma la crisi non sarebbe risolta e l'Italia non si può permettere uno stallo“.
Anche il gruppo Misto si dice pronto a sostenere un governo di tregua indicato da Mattarella. “Abbiamo ribadito la grandissima preoccupazione per lo stallo – ha detto Beatrice Lorenzin – è una fase senza precedenti nella storia repubblicana e richiede un'assunzione di responsabilità da parte di chi ha ricevuto più consenso alle elezioni. Qualora non si riuscisse a dare vita a un governo politico, noi abbiamo dato adesione e piena fiducia nelle scelte del presidente della Repubblica ma il voto anticipato con questa legge elettorale di fatto significherebbe un risultato identico a quello di oggi e dovrebbe far riflettere le forze politiche sulla necessità di una fase che ci attende. Abbiamo il Def, c'è preoccupazione per le clausole sull'Iva che non devono scattare, ma ci sono anche le grandi questioni come il rifinanziamento del sistema sanitario, i contratti e altre questioni sul piatto”
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