È finito suo malgrado al centro della polemica dopo il crollo del Ponte Morandi, a Genova. Lui è Paolo Putti, leader No Gronda, ex consigliere comunale M5s ora nella lista civica Chiamami Genova. Al centro delle polemiche è finito il comunicato che Putti aveva scritto anni fa, a proposito del ponte crollato il 14 agosto scorso: “Ci viene raccontata la favoletta dell'imminente crollo, potrebbe star su altri cent'anni”. La precarietà del Ponte Morandi, infatti, era l'argomentazione usata da quanti erano favorevoli alla costruzione della Gronda.
“Si è trattato di una frase scritta in un momento di aspro dibattito politico – si difende oggi Putti -. E in ogni caso noi riportavamo un dato di Autostrade per l'Italia che definiva il ponte sicuro. Questo mina alla base qualsiasi certezza”. E ancora: “Dico che se non ti puoi fidare di super ingegneri di chi ti devi fidare per avere un dato scientifico attendibile? Per il resto – aggiunge – non rinnego le mie battaglie: io volevo e vorrò sempre una Genova integrata, dove gli obiettivi imprenditoriali tengano conto delle condizioni di vita della gente, dove non ci siano altre autostrade che passano fra le case”. Rimpianti? “Dovevo fare di più per avere certezze sulla stabilità del ponte – risponde -. Se mi avessero detto che c'era questo pericolo avrei puntato su altre soluzioni”.
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