I risultati economici “incoraggiano a proseguire nel percorso intrapreso”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione presso la Commissione congiunta di Bilancio di Camera e Senato, riunite per la Nota di aggiornamento al Def. Secondo il guardasigilli, “le prospettive future di crescita beneficeranno degli effetti accumulati delle riforme strutturali”, portando al rafforzamento della crescita e del mercato del lavoro. Su questo ultimo punto, il ministro si è detto fiducioso, evidenziando un miglioramento nel periodo post-crisi, coinciso con un incremento di un milione di posti di lavoro in più rispetto al minimo del 2013. Padoan frena gli entusiasmi, spiegando che non c’è spazio “per l’autocompiacimento” ma, allo stesso tempo, ha incoraggiato a proseguire sulla strada avviata, sottolineando che “persiste la fase di significativo miglioramentodel mercato del lavoro”, con previsione di “un ulteriore, progressivo aumento dell’occupazione nei prossimi mesi e anni”.
Per quanto riguarda la manovra per il 2018, questa parte da un valore di quasi 20 miliardi (19,58), più o meno l’1,1% del Pil. Sarà inoltre coperta per 10,9 miliardi in deficit e per 8,62 miliardi da nuove entrate, tra le quali potrebbe figurare anche la web tax, e tagli di spesa. Tra i punti fondamentali, l’incremento dell’occupazione giovanile (338 milioni per il bonus giovani, che diventano 2,162 miliardi l’anno successivo e quasi 4 miliardi nel 2020), la lotta alla povertà (2,7 miliardi in più in 3 anni) e l’aumento degli investimenti pubblici, con fondi in arrivo per lo sviluppo e per le amministrazioni centrali e locali. In aggiunta, arriveranno 300 milioni nel 2018, 1,3 miliardi nel 2019 che salgono ancora a 1,9 miliardi nel 2020.
Un freno-incoraggiamento è arrivato da Bankitalia: “La significativa riduzione del rapporto tra il debito pubblico e il Pil nel medio termine è alla nostra portata – ha spiegato il vicedirettore Luigi Federico Signorini -. La politica di bilancio si deve muovere lungo un sentiero stretto tra l’esigenza di non soffocare la ripresa congiunturale e l’imperativo di ridurre il debito; lo ha più volte ricordato anche il Ministro dell’Economia e delle finanze”. Ma, ha detto ancora, “pur sempre arduo, questo momento è un po’ meno angusto che in passato, grazie alle favorevoli condizioni della congiuntura e dei mercati”.
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