Crisi istituzionale, l'opinione della stampa estera

Incertezza, impasse, stallo, crisi istituzionale. Possiamo chiamarla in molti modi ma, indubbiamente, la forte fase di instabilità politica che il nostro Paese sta attraversando, a oltre 80 giorni dal voto del 4 marzo e stretta nelle brevi tempistiche che saranno richieste per tornare nuovamente alle urne (col rischio concreto di andarci sotto il solleone), non è passata inosservata al di fuori dei confini nazionali, con stampa e forze politiche (estere) pronte nel riportare i dettagli filtrati oltreconfine sul momento difficile della nostra classe dirigente e, di riflesso, di tutto il nosttro Paese. L'ultima voce autorevole ad aver detto la sua, in questo senso, è stata quella del Commissario europeo per il Bilancio e le risorse umane, il tedesco Gunther Oettinger, il quale ha spiegato, a metà tra l'ironia e la critica, che “il mercato insegnerà agli italiani a votare in modo giusto”. In realtà, una frase “in bella copia” di quella che sarebbe stata in precedenza, nella quale Oettinger avrebbe espressamente utilizzato la parola “populisti” per indicare i due partiti destinatari della maggioranza (Lega e M5s). Ma, al di là della versione ufficiale, l'esternazione del commissario tedesco funge da campanello d'allarme su un impantanamento politico che non ha mancato di suscitare giudizi e pareri nella stampa estera, in Europa ma anche fuori. Anzi, molto fuori a giudicare dalle analisi riservate a quanto accade in Italia da quotidiani di Paesi come il Brasile e addirittura l'Australia.

L'analisi francese

Ma, considerando come l'idea di governo a marca Lega-M5s si sia arenata sul piano dell'Europa, contesto più ampio nel quale orbitava il nome di Paolo Savona all'Economia (materialmente la pietra traballante che ha ha provocato lo sconquasso politico corrente), va da sé che le reazioni più immediate, e anche più importanti, siano quelle che riguardano i Paesi appena al di là delle nostre frontiere. E, considerando anche le parole di qualche giorno fa del titolare dell'Economia francese, Bruno Le Maire, gli occhi di una virtuale rassegna stampa puntano quasi automaticamente verso i territori d'oltralpe. Interessante notare, ad esempio, come la presa di posizione di Mattarella abbia incontrato riscontri positivi fra i quotidiani maggiori, a cominciare da Le Figaro che, all'indomani del naufragio dell'esecutivo giallo-verde, scriveva: “[…] E' quindi una crisi politica di gravità senza precedenti in cui l'Italia precipita. In una dichiarazione di grande intensità drammatica, Sergio Mattarella ha ribadito di aver agito nel pieno esercizio delle sue prerogative costituzionali” (Le Figaro, L'Italie s'enfonce dans une crise politique majeure, 28 mai 18).

GB, Spagna e Germania

L'attenzione, due giorni fa, era naturalmente concentrata sulla nomina di Paolo Savona e sul suo palesato (a più voci) euroscetticismo il quale, da più parti, era stato visto come una sorta di rischio alla stabilità dell'Eurozona, mentre da altre più interne come un antidoto a una presunta soggezione dell'Italia a Bruxelles. A ogni modo, qualunque sarebbe stata l'effettiva posizione di Savona rispetto all'Unione europea, l'aleggiamento del suo nome non ha scoraggiato i tabloid stranieri dal rimarcare come la sua nomina avrebbe potuto rappresentare una variabile carica di rischi. Analisi riportate puntualmente anche al di là della Manica, dove il Financial Times prima e il Financial Review poi, hanno evidenziato come la stabilità dei mercati venga già di per sé resa precaria dall'impasse politica del Bel Paese. Più politico, in realtà, il commento del Ft, secondo il quale “[…] i principali partiti populisti del Paese hanno abbandonato la loro candidatura per formare un governo a seguito della drammatica decisione del presidente italiano […] di bloccare la nomina di un ministro delle finanze dichiaratamente euroscettico”. Più tecnica invece, nonché più recente, l'analisi di Fn che ha puntato i riflettori sulla Borsa e sul peso che eserciterebbe la possibilità di un nuovo voto: “Le azioni europee sono scese per un secondo giorno di timori: una nuova elezione in Italia, che potrebbe diventare un referendum per delega alla sua appartenenza all'euro, potrebbe rinnovare il rischio di una rottura della zona euro (European shares bruised by Italian political risks, 30 may 18). Non meno ficcanti i commenti in Spagna (dove El Pais, in riferimento all'atteso esecutivo a guida Cottarelli ha spiegato come l'Italia “fosse pronta a partecipare alla nascita di un cadavere politico”) e in Germania (con il Frankfurter Allgemeine che aveva parlato, con una sorta di allegoria, delle dimissioni di Conte come di “una vittoria di Pirro del Quirinale contro i leader populisti Di Maio e Salvini”).

Il resto del mondo

La situazione politica del nostro Paese, a ogni modo, non ha impiegato molto a travalicare i confini dell'Europa e a raggiungere in modo piuttosto uniforme il resto dei Continenti. Primo fra tutti, naturalmente, quello americano con i media statunitensi preoccupati per la stabilità dei mercati azionari internazionali, non solo in relazione allo stallo italiano ma anche dalle tensioni del commercio cinese. A parlarne, in particolare, il New York Times in un'analisi a frima Philip e Rao: “L'Italia – la quarta maggiore economia europea e membro fondatore della zona euro – non ha avuto un nuovo governo da quando ha tenuto le elezioni a marzo. Ma nell'ultima settimana, la politica del Paese ha assunto un nuovo livello di imprevedibilità. Una coalizione populista che era stata istituita per formare un governo ha nominato un euroscettico come ministro dell'Economia ma la proposta è stata bloccata dal presidente italiano, che in seguito nominò un tecnocrate per occuparsi temporaneamente”. Interessante notare come, fra Usa ed Europa, la visione sia più o meno conforme. Non ha fatto eccezione nemmeno il Brasile, con il quotidiano O Globo allo stesso modo preoccupato sul piano dei mercati: “L'Italia resta nell'incertezza e l'impasse politica nel Paese ha aggravato la tensione nei mercati finanziari martedì. Il rating del rischio italiano… ha superato i 300 punti martedì, mentre i mercati azionari europei, tra cui quello di Milano, sono calati di quasi il 3%, a causa della preoccupazione per la situazione politica nel Paese”. In sostanza, mentre nei confini nazionali si tenta un colpo di coda in extremis, nel resto del mondo si monitora l'evolversi degli eventi non tanto per far sì che un alleato internazionale stabilizzi la sua posizione politica interna quanto più per tentare di preservare gli equilibri che governano l'economia globale, del quale l'Italia resta parte integrante. E, a questo punto, attrice nemmeno troppo marginale.