Di Maio e Salvini rilanciano, torna l'ipotesi Lega-M5s

L'esito dell'incontro fra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il premier incaricato, Carlo Cottarelli, si sta trasformando in un giallo. L'economista ha lasciato il Colle da un'uscita secondaria e non ha incontrato i giornalisti. Successivamente si è saputo che l'ex commissario della spending review ha chiesto ulteriore tempo per consegnare la lista dei ministri. Nel frattempo, si riapre uno scenario clamoroso: con Di Maio che accantona l'ipotesi dell'impeachment, si profila nuovamente l'idea di un governo Lega- M5s. “Prendo atto cheMatteo Salvini 'cuor di leone' non vuole fare l'impeachment e lì ci vuole la maggioranza – ha detto il leader pentastellato da Napoli -. Se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo: ma una maggioranza c'è in Parlamento fatelo partire quel governo ma basta mezzucci. Perchè di governi tecnici, istituzionali, non ne vogliamo. Perchè quelli traseno e sicc e si mettono e chiatte ('nascono senza pretese poi si allargano', ndr) come diciamo noi. La maggioranza in Parlamento c'è… Se si vuole risolvere questa crisi e rassicurare i mercati si faccia partire un governo che ha già un programma chiaro”.

Salvini: “Io non mollo”

In serata, anche il leader della Lega, Matteo Salvini, si è detto ottimista sull'incredibile ripresa della trattativa per il cosiddetto 'governo del cambiamento': “Se voi non mollate io non mollo e noi al governo del Paese ci andiamo. Dovremo aspettare un mese, tre, ma ci andremo”. Parole inequivocabili quelle del segretario del Carroccio, pronunciate da un palco elettorale a Siena. “Non so che governo nascerà – ha spiegato – ma ci hanno impedito di fare un governo che rappresenta 17 milioni di italiani. Io volevo essere il ministro dell'Interno per riportare un po' di sicurezza ad esempio approvando una legge sulla legittima difesa”.

La giornata al Colle

Al posto di Cottarelli, che avrebbe dovuto leggere la lista dei ministri presentata al capo dello Stato, è apparso il portavoce del Quirinale, Giovanni Grasso, visibilmente imbarazzato. “Il Presidente e il premier incaricato – ha spiegato – hanno fatto il punto della situazione. Si rivedranno domani mattina”. Il resoconto, tuttavia, non convince. La convocazione di Cottarelli subito dopo il “gran rifiuto” a Paolo Savona, i “tempi stretti” per la formazione dell'esecutivo assicurati dall'ex commissario alla Spending Review – che ieri ha svolto le sue consultazioni solo con i presidenti di Camera e Senato – e il forcing operato dai mercati (con lo spread che sfondato quota 300 punti), lasciavano presagire che quello di oggi sarebbe stato l'incontro decisivo per arrivare a dama.

Scenari

Incalzato dai cronisti, che gli chiedevano se si fossero registrati problemi con la lista, Grasso ha risposto: “non sono autorizzato a dirvi altro”. Il veto di Mattarella a uno o più nomi del governo tecnico pensato da Cottarelli è solo uno dei possibili dei motivi dell'improvviso stop a un percorso che sembrava ben avviato. Di sicuro pesa lo scenario politico. Cresce il numero di forze politiche che chiede elezioni già in estate. Il dibattito sarebbe in corso anche all'interno del Pd, con alcuni esponenti che starebbero ragionando sull'ipotesi di un voto a fine luglio o inizio agosto per rassicurare i mercati e riportare lo spread entro parametri accettabili. Oggi, fra l'altro, il reggente dem, Maurizio Martina, ha chiesto a deputati e senatori di astenersi al voto di fiducia. Decisione che, se si somma ai “no” certi di M5s e Lega e a quello annunciato da Forza Italia, renderebbe pressoché inutile il doppio passaggio parlamentare del governo. Cottarelli aveva detto che, in caso di sfiducia, che le nuove elezioni si sarebbero svolte a settembre. Anche ipotizzando tempi rapidissimo per la formazione del governo servirebbe quasi un miracolo per votare una legge di bilancio che scongiuri l'esercizio provvisorio e l'aumento dell'Iva. A questo si aggiunge l'elemento spread. Nonostante le rassicurazioni del premier incaricato sullo stato dell'economia italiana e dei conti pubblici il differenziale Btp-Bund si fa sempre più preoccupante. Tutti elementi prodromici a nuovi colpi di scena in questa estenuante partita per Palazzo Chigi che da oggi si tinge anche di giallo.