Consulta, venti volte nulla di fatto

Anche oggi nessun accordo è stato raggiunto sui due nomi da eleggere a giudici della Consulta e sul membro del Csm che deve essere ancora scelto dal Parlamento in seduta comune. Pd, Fi e Ncd hanno votato nuovamente scheda bianca, impedendo a tutti i candidati di raggiungere la fatidica maggioranza qualificata necessaria per l’elezione. E’ quindi la ventesima fumata nera per la Corte Costituzionale, mentre sul Csm si è tornato a votare dopo la bocciatura di Teresa Bene: eletta dalle Camere in seduta comune, la scelta non è stata convalidata perché alla Bene mancavano i requisiti. Per la Consulta è richiesto il quorum dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea; per il Csm servono i 3/5 dei votanti.

Critico il M5s su questa nuova tornata di voto a vuoto. “Di fronte alla sordità dei partiti – scrive su Facebook il deputato 5 stelle Danilo Toninelli – alle nostre richieste di nomi per la Corte costituzionale torno a chiedere per l’ennesima volta dal 12 giugno a tutti i partiti un confronto aperto e pubblico su delle candidature che siano di personalità autorevoli, indipendenti e condivisibili. Dopo 20 votazioni andate a vuoto, chiedo al Pd di rinunciare alla candidatura di Violante, viziata da ineleggibilità oltre che inaccettabile. Nell’attesa che qualcosa si muova, oggi sarà ancora scheda bianca per la Consulta e Zaccaria per il Csm”.

Ma anche dalle file del Pd è arrivata una critica alla situazione: “Oggi per la ventesima volta – dice Vannino Chiti – andrò con i colleghi senatori e deputati a votare per l’elezione di due giudici costituzionali: è già chiaro che non vi sarà un esito positivo e non per negligenza dei parlamentari. Con enorme preoccupazione assistiamo ad una perdita di credibilità del Parlamento. E’ urgente trovare un’intesa per completare la composizione della Corte Costituzionale: è una priorità che prevale ormai su tutto il resto. Non posso non aggiungere, con il rispetto per il loro ruolo istituzionale, che i presidenti di Camera e Senato non possono limitare la loro funzione a convocare sedute congiunte del Parlamento, dando l’impressione di non curarsi della loro conclusione”. Servirà così una nuova votazione, la ventunesima.