Consiglio superiore della magistratura sospende Palamara

E'arrivata la prima decisione della Sezione disciplinare del Cosiglio superiore della magistratura sul pm di Roma Luca Palamara: sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. L'ex presidente dell'Anm è indagato per corruzione dalla Procura di Perugia che sta cercando far luce sugli intrecci, tra politica, magistratura e imprenditorira, che sarebbero stati alla base per la scelta dei più importanti ufficci giudiziari del Paese. Il tribunale delle toghe ha così accolto la richiesta avanzata dal Pg della Cassazione Riccardo Fuzio. A Palamara viene contestato di aver violato i suoi doveri di magistrato per le vicende al centro dell'inchiesta di Perugia, dove è accusato di aver messo le sue funzioni di magistrato a disposizione dell'imprenditore e suo amico Fabrizio Centofanti in cambio di viaggi e regali. Il magistrato, che intanto aveva chiesto il trasferimento al tribunale dell'Aquila, sarà comunque corrisposto un assegno alimentare. Il provvedimento di sospensione è impugnabile davanti alle Sezioni Unite civili della Cassazione: il difensore di Luca Palamara, l'avvocato Benedetto Marzocchi Buratti, ha già annunciato il ricorso: “Ora dobbiamo leggere le motivazioni dell'ordinanza”. 

La ricostruzione della vicenda

È il 29 maggio quando si apprende che la Procura di Perugia (competente nei confronti dei colleghi di Roma) sta indagando, con l'ipotesi di corruzione, su Luca Palamara. L'ipotesi investigativa sostiene che l'ex presidente dell'Anm e già membro del Csm avrebbe cercato di pilotare le nomine, in cambio di viaggi, soldi e regali, nei più importanti uffici giudiziari del Paese: in particolare quello di Roma, lasciato scoperto dal pensionamento di Giuseppe Pignatone. Non è stata dunque accolta la tesi difensiva prospettata dallo stesso Palamara al Csm, il quale nella presentazione della sua memoria ha affermato: “Non ho mai barattato la mia funzione. Mai ho ricevuto soldi, mai ho ricevuto regali. Non posso rinnegare però un rapporto di amicizia con Centofanti ben risalente ai fatti oggetto di contestazione e maturato anche con frequentazioni istituzionali”.