Da nord a sud, nei ballottaggi delle amministrative 2017, trionfa la destra. Un risultato netto, che vede la gran parte dei 22 capoluoghi di Provincia passare alla destra unita (Fi-Lega Nord-Fdi). Flop per il Pd e l’intero centrosinistra. Cadono storiche roccaforti, come “la rossa” Genova, dove il centrodestra non aveva mai vinto. Anche l’Emilia-Romagna rinuncia alla sinistra. “Il Pd isolato politicamente perde. Cambiare linea e ricostruire il centrosinistra subito”, commenta il leader della minoranza Andrea Orlando. E gli stessi Dem ammettono la sconfitta: “Abbiamo perso, ha vinto la destra”, afferma il capogruppo della Camera Ettore Rosato. Affluenza ai minimi storici: 46%, tredici punti in meno rispetto al primo turno.
Genova “la rossa” cede alla destra unita
Risultato storico a Genova che sarà governata per la prima volta nel dopoguerra dal centrodestra. Stando ai primi exit poll e alle prime proiezioni il candidato del centrodestra unito Marco Bucci ha vinto con un largo margine: 54,5% contro il 46,5% rispetto al suo avversario del centrosinistra Gianni Crivello. Le previsioni della vigilia sono state così confermate con nettezza, anche se negli ultimi giorni alcuni avevano dato il candidato del centrosinistra in netta rimonta, e Bucci vede confermato il suo vantaggio su Crivello, che al primo turno era stato di cinque punti percentuali. Il risultato di Genova viene rafforzato dalla vittoria, stando alle prime proiezioni, anche a la Spezia, dove il candidato di centrodestra Pierluigi Peracchini domina il ballottaggio col 59,3% rispetto al 40,7% di Paolo Manfredini del centrosinistra. Bucci arriva a palazzo Tursi forte di una alleanza che vede riunito tutto il centrodestra da Forza Italia, Lega, Fdi, i fittiani e la versione ligure di Alternativa popolare. Un modello che è già stato sperimentato con successo per la Regione, strappata al centrosinistra nel 2015. Il voto di oggi, chiude simbolicamente un cerchio per il centrodestra che incassa il premio principale della regione, dove l’anno scorso aveva conquistato anche Savona. Il modello del governatore Giovanni Toti ora è in attesa di esportazione mentre il Pd e il centrosinistra in Liguria dovranno fare i conti seriamente con una lunga scia di sconfitte, in una roccaforte che ha deciso di abbandonare la sua tradizionale affezione rossa preferendo il centrodestra a trazione leghista e scartando la proposta del M5S, nella città del suo fondatore Beppe Grillo. Si chiude così un’epoca per Genova, ma anche per il sindaco uscente Marco Doria che si è congedato dal suo mandato con una nota amara nella quale afferma di voler continuare a sognare malgrado “personaggi squallidi e opportunisti” sul suo cammino.
Parma, bis Pizzarotti
Federico Pizzarotti centra il secondo mandato. Sarà lui, anche per i prossimi cinque anni il sindaco di Parma e stavolta, a differenza di quello che avvenne nel 2012, ce l’ha fatta senza il Movimento 5 Stelle, sfatando cioè per la prima volta un tabù, ovvero che possa esserci spazio di successo per un fuoriuscito che si presenta senza le insegne di Beppe Grillo e senza il traino del blog. Ha vinto con un margine ampio, con un consenso attorno al 58%. Pizzarotti del Movimento 5 Stelle era stato il primo esponente a guadagnarsi la ribalta nazionale diventando il primo sindaco di una città capoluogo. I rapporti con lo staff si guastarono, però, quasi, subito, fino all’uscita del sindaco e di tutta la sua squadra dal Movimento 5 Stelle, con la conseguente decisione di tentare il bis con una lista civica, chiamata “Effetto Parma”. Dopo essersi fermato, al primo turno, al 34%, al ballottaggio ha trovato un avversario che gli ha dato filo da torcere. Paolo Scarpa, dopo aver vinto le primarie, ha cercato di conquistare una città dove il centrosinistra non governa da 19 anni, smarcandosi il più possibile dal Pd e presentandosi come un’alternativa civica e inclusiva, cercando di conquistare anche i voti che al primo turno erano andati alla candidata leghista, nonostante il “divieto” di Salvini a votare un candidato Pd che si è trasformato, di fatto, in un endorsement indiretto a Pizzarotti. La vittoria del sindaco di Parma è così, contemporaneamente, una sconfitta del Pd, uscito di nuovo sconfitto in una città che non riesce a conquistare e del M5s che ha visto trionfare uno dei suoi più acerrimi nemici. Ma è una sconfitta anche della partecipazione, visto che Parma non ha fatto eccezione, rispetto alla media nazionale, sull’affluenza alle urne. Ha votato, infatti, appena il 45,18%, ben 16 punti percentuali in meno rispetto al ballottaggio del 2012.
L’Aquila, finisce l’era Cialente
In Abruzzo vince a sorpresa il centrodestra con Pierluigi Biondi. E’ lui il nuovo sindaco dell’Aquila. Dopo una iniziale parità a urne appena chiuse, con il candidato di centrosinistra, Americo Di Benedetto, il distacco via via si è fatto sempre più ampio con Biondi al 54,01% e Di Benedetto al 45,99%. Si è trattato di un vero e proprio ribaltone. Il dato evidenzia che il candidato del centrodestra, che ha corso con tutte le sigle unite, ha praticamente azzerato gli 11 punti di svantaggio del primo turno che si era chiuso, domenica 11 giugno, con il 36% per Biondi e per il 47% per il candidato di centrosinistra. L’esito delle comunali 2017 sancisce la fine dell’era Cialente, che ha governato per due mandati consecutivi e quindi non ri-candidabile e che è il sindaco simbolo del sisma 2009 e della ricostruzione. Biondi si è presentato in sala del Consiglio comunale visibilmente emozionato e ha ricevuto la telefonata della leader nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e quella dell’avversario Di Benedetto. L’affluenza al chiusura dei seggi alle 23:00 è stata all’Aquila del 52,06% contro il 67,77% del primo turno. Dato che rende ancora più clamorosa la rimonta di Biondi.
Le altre città
Il centrodestra vince anche a Verona. Il candidato di centrodestra Federico Sboarina (centrodestra) è eletto sindaco con il 58,1% dei voti. La candidata Patrizia Bisinella (Fare! e civiche) si ferma al 41,9%. Como passa ad un’amministrazione di centrodestra. Il candidato di centrodestra Mario Landriscina è eletto col 52,68% sullo sfidante del centrosinistra Maurizio Traglio al 47,32%. A Monza il candidato di centrodestra Dario Allevi è eletto sindaco col 51,33% dei voti. Lo sfidante del centrosinistra e sindaco uscente Roberto Scanagatti si ferma al 48,67%. Il centrodestra stravince a La Spezia. Il candidato di centrodestra Pierluigi Peracchini è eletto sindaco con il 59,98% dei voti. Il candidato del centrosinistra Paolo Manfredini si ferma al 40,02%. Dopo decenni il Comune di Pistoia passa ad essere governato dal centrodestra. E’ stato eletto il candidato di centrodestra Alessandro Tomasi con il 54,28%. Lo sfidante del centrosinistra si è fermato al 45,72%. Il M5S vince a Carrara. Francesco De Pasquale è il nuovo sindaco. Il candidato del M5S al ballottaggio ha conquistato il 65,57% dei voti, sconfiggendo il candidato del Pd Andrea Zanetti, fermo al 34,43% dei voti. Padova passa al centrosinistra. Il candidato Sergio Giordani, in base ai dati definitivi del Viminale, è stato eletto sindaco con il 51,84%. Lo sfidante di centrodestra ed ex sindaco Massimo Bitonci si è fermato al 48,16%. Il Comune di Taranto resta al centrosinistra. Il candidato Rinaldo Melucci è stato eletto sindaco col il 50,91%. La sfidante sostenuta da liste civiche Stefania Baldassarri si è fermata al 49,09%. Vince il candidato di centrodestra Sergio Abramo con il 64,39% dei voti. Il candidato di centrosinistra Vincenzo Antonio Ciconte si ferma al 35,61%.
Trapani commissariata
Ballottaggio flop a Trapani. La bassa affluenza alle urne, che si attesta al 26,75%%, batte l’unico candidato in corsa per fare il sindaco, Piero Savona (Pd), la cui unica speranza era un’affluenza almeno del 50% e la conquista del 25% delle preferenze. Gli elettori hanno disertato le urne: la città non ha né sindaco né consiglio comunale: decadono infatti anche i consiglieri eletti al primo turno in quanto non è possibile ripartire i seggi. Savona era rimasto l’unico candidato dopo l’esclusione del candidato Girolamo Fazio del centrodestra, indagato per corruzione e traffico d’influenze.
L’affluenza
E’ del 46,03% l’affluenza alle urne rilevata alle 23:00 dal Ministero dell’Interno nei comuni al voto per il ballottaggio. Un calo di 12 punti percentuali rispetto al primo turno, quando alla stessa ora il dato era stato del 58%. Il dato riguarda 103 comuni e comprende le Regioni a statuto ordinario e la Sardegna. Sono esclusi i comuni di Sicilia e Friuli Venezia Giulia, dove le rilevazioni sono effettuate direttamente dalle regioni.
Renzi: “Le amministrative non sono le politiche”
“Le elezioni amministrative sono un’altra cosa rispetto alle elezioni politiche”. Così il segretario del Pd, Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook, commenta il voto. “Nel numero totale di sindaci vinti siamo avanti noi del Pd, ma poteva andare meglio: il risultato complessivo non è granché – spiega Renzi -. Ci fanno male alcune sconfitte, a cominciare da Genova e l’Aquila ma siamo felici delle affermazioni di Sergio a Padova, di Rinaldo a Taranto, di Carlo a Lecce. Ma più in generale da Ermanno a Cernusco sul Naviglio fino a Francesca a Sciacca, da Marco a Mira fino a Tommaso a Molfetta tutta Italia vede risultati belli e sorprendenti di alcuni dei nostri”. “Menzione speciale per Veneto e Puglia, regioni dove andiamo meglio del previsto. Peggio del solito Liguria e Emilia Romagna. Luci e ombre in tutte le altre zone. Questi sono i dati veri“, conclude Renzi.