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AUTOVELOX, LA CONSULTA ENTRA A GAMBA TESA: SI’ A VERIFICHE PERIODICE

Autovelox e affini dovranno essere verificati periodicamente. Lo ha stabilito la corte Costituzionale accertando l’illegittimità dell’art. 45 del nuovo codice della strada nella parte in cui non prevede i controlli. Una decisione che ora, secondo le associazioni dei consumatori, apre la strada ai risarcimenti dei cittadini. Il giudizio di legittimità era stato sollevato dalla corte di Cassazione.

Nello specifico la norma incriminata non contemplava che tutte le apparecchiature per l’accertamento dei limiti di velocità, come gli autovelox, siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. E secondo la Consulta, così com’è questa norma non va: non risponde ai requisiti di ragionevolezza. Perché “i fenomeni di obsolescenza e deterioramento – si legge nella sentenza – possono pregiudicare non solo l’affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”.

Secondo la Corte “appare evidente che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione”.

Quindi “l’esonero da verifiche periodiche, o successive ad eventi di manutenzione, appare intrinsecamente irragionevole”. Una decisione che secondo Adusbef e Federconsumatori “ristabilisce la legalità violata da enti locali abituati ad appaltare a terzi gli agguati con autovelox ed altri strumenti di rilevazione della velocità, in cambio di una percentuale sugli incassi”. Enti locali che, sempre per i consumatori, si sono comportati spesso come nel far west.

Daniele Vice

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