Assenteismo nel pubblico impiego: 220 licenziamenti nel 2013

Ancora una settimana e arriveranno gli emendamenti clou alla riforma della Pubblica amministrazione. Lo ha assicurato il dem Giorgio Pagliari, relatore del provvedimento, che dovrebbe firmare, in stretto accordo con il governo, le novità sui capitoli relativi a prefetture, ruolo della presidenza del Consiglio, dirigenza e soprattutto pubblico impiego. Il caso spinoso dell’assenteismo di massa degli agenti della Polizia Roma Capitale durante il Capodanno hanno spinto il premier Renzi a operare un giro di vite sui dipendenti pubblici. Proprio le assenze ingiustificate sono state alla base della maggior parte (circa il 45%) dei licenziamenti disposti nel 2013, che sono stati in totale 220.

Un altro punto, questo, su cui è stata annunciata una modifica, per dare la competenza esclusiva sulle visite fiscali all’Inps (invece che alle Asl). Dopo l’assenteismo la causa più frequente di risoluzione del rapporto di lavoro è quella dei reati (nel 36% dei casi). Seguono comportamenti scorretti verso superiori o colleghi, negligenza e inosservanza degli ordini di servizio (con un’incidenza del 16%) e attività lavorative non autorizzate. Il grosso dei licenziamenti (81) è stato disposto nelle scuole e nei ministeri (66). La cifra globale è aumentata di poco rispetto al 2012 (quando erano stati 223, cioè 10 in meno). Ma allora la causa principale era la commissione di delitti (47% dei casi). L’assenteismo, invece, si fermava al 29%, con un’incidenza pari alla metà in confronto a quella del 2013.

La cessazione del rapporto di pubblico impiego per reati era stata preponderante anche nel 2011. Le sospensioni (cioè l’interruzione temporanea del lavoro con relativa privazione dello stipendio) invece nel 2013 sono state quasi 1.400. In totale circa un quarto dei procedimenti disciplinari si chiude con un provvedimento grave.