Giornata di alta tensione alla Camera, dove il dibattito sulla riforma del referendum si è trasformato in un pomeriggio di tensione fra l'opposizione del Partito democratico e il Movimento 5 stelle. La normale bagarre che ha accompagnato la discussione è esplosa nella protesta dei deputati dem, guidati da Emanuele Fiano: tutto è iniziato quando gli esponenti del Pd hanno richiesto l'espulsione del deputato M5s Giuseppe D’Ambrosio, accusato di aver fatto il gesto delle manette rivolgendosi al dem Gennaro Migliore. La discussione è in breve degenerata, assumendo i contorni quasi di una rissa, con i deputati del Nazareno che hanno protestato sotto il banco della presidenza, con la segretaria Lucia Pagano colpita da alcuni fogli lanciati verso il palco. Dopo l'intervento dei commessi, i deputati dem hanno abbandonato l'Aula, con il presidente Fico che li ha accompagnati con il cenno del saluto dicendo “arrivederci”.
La seduta è stata sospesa per 5 minuti e, alla ripresa dei lavori, il presidente della Camera si è scusato con i rappresentanti del Partito democratico: “C'è stata un pò di tensione, il Pd stava uscendo e veniva sotto i banchi qui salutando. Chiedo scusa al Pd per aver risposto 'arrivederci'. Mi sono lasciato andare. È stata una mia colpa, un mio errore. Questa presidenza quando sbaglia si scusa”. E ancora: “Apprezzate le circostanze ritengo opportuno interrompere i lavori, che riprenderanno martedì”. A ogni modo, nessun provvedimento è stato preso nei confronti di D'Ambrosio, del cui caso si occuperà, come spiegato da Fico, il collegio dei Questori.
A provocare la tensione non è stato solo il gesto ma anche le parole pronunciate da D'Ambrosio, per le quali era stato già in precedenza richiamato dal presidente Fico: “E’ un dibattito divertente, surreale quasi a tratti. In quest’Aula Pd e Forza Italia parlano di preferenze e sono proprio i partiti che le hanno cancellate per fare i listini bloccati nei quali mettere i peggiori parlamentari della vergogna di questo Paese. Voglio ricordare come Pd e Fi selezionano attraverso le preferenze la classe politica di questo Paese”.
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