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Il Papa: carceri sovraffollate, rischio calamità

Dalla cappella di Santa Marta questa mattina il Santo Padre ha pregato per il sovraffollamento nelle carceri. “Dove c’è un sovraffollamento – dice il Papa –, chiunque è in pericolo e può vivere dei disagi ancora più grandi”. Invita, dunque, a pregare per “i responsabili e per coloro che devono gestire questa situazione, affinché trovino una strada giusta e creativa per risolvere il problema”.

Il Signore è nei poveri

Nel commentare il Vangelo del giorno il Papa si sofferma sulla frase di Gesù “I poveri li avrete sempre con voi”. “Siamo alla porta della passione, Maria è in contemplazione e Giuda pensa ai poveri ma non perché gli importasse ma perché è ladro e siccome teneva la casa prendeva quello che vi mettevano dentro – spiega il Papa -. Questa storia dell’amministratore non fedele sembra attuale. Pensiamo ad alcune associazioni di beneficenza o umanitarie che hanno tanti impiegati, che hanno una struttura molto ricca di gente che lavora per loro e alla fine arriva ai poveri il 40% perché ci sono da pagare gli stipendi. È un modo per prendere i soldi. ‘I poveri li avete sempre con voi’ – sottolinea Francesco ricordando il passo del Vangelo -, i poveri ci sono, ce ne sono tanti. C’è il povero che noi vediamo, ma questa è la minima parte, la grande quantità dei poveri sono coloro che non vediamo, i poveri nascosti e noi non lì vediamo perché entriamo in questa cultura dell’indifferenza che è negazionista. Li vediamo? No. C’è un’abitudine a vedere i poveri come ornamento della città, come una cosa normale, ma la grande maggioranza sono i poveri vittime delle politiche economiche e finanziarie”.

Il giorno del giudizio

“Ci sono tanti soldi nelle mani dei pochi e tanta povertà in tanti e molti, una povertà di tanta gente vittima della ingiustizia strutturale dell’economia mondiale. Tanti poveri che provano vergogna che non arrivano a fine mese, tanti poveri del ceto medio che vanno di nascosto alla Caritas e di nascosto chiedono perché provano vergogna – continua il Santo Padre -. Ricordo che a Buenos Aires visitai l’edificio di una fabbrica abbandonata da anni che era stata abitata da una quindicina di famiglie arrivate in quegli ultimi mesi. Erano famiglie con bambini che avevano preso ognuno una parte della fabbrica per vivere. Notavo che ogni famiglia aveva dei mobili nuovi di un ceto medio con televisione ma erano andati lì perché non potevano pagare l’affitto. I nuovi poveri, resi poveri dall’ingiustizia della situazione economica o finanziaria. Ce ne sono tanti a tal punto che – conclude il Papa -, li incontreremo il giorno del giudizio e la domanda di Gesù sarà: ‘come va con i poveri? Hai dato da mangiare? In carcere hai aiutato? Hai assistito la vedova o l’orfana? Perché lì ero io’. Su questo saremo giudicati. Non saremo giudicati per il lusso o i viaggi che facciamo, o per l’importanza sociale che avremo, ma saremo giudicati per il nostro rapporto con i poveri ma se io oggi li ignoro e li lascio da parte il Signore mi ignorerà nel giorno del giudizio. Quando Gesù dice i poveri li avrete sempre con voi significa io sarò sempre con voi tramite i poveri e questo non è fare il comunista ma è il centro del vangelo al punto che noi saremo giudicati su questo”.

Rossella Avella

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