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Zuckerberg atteso al Congresso: farà mea culpa

Sembra mancare davvero poco a quella che sarà la prima audizione di Mark Zuckerberg al Congresso degli Stati Uniti, dove ha dichiarato di volersi presentare oggi e domani per rendere conto di quanto accaduto, nelle ultime settimane, con la vicenda di Cambridge Analytica e dell'utilizzo illecito dei dati di decine di milioni di utenti a scopi elettorali: “E' stato un mio errore e mi scuso. Ho fondato Facebook, lo gestisco e sono responsabile per ciò che vi accade”. Dovrebbero essere queste le parole del Ceo del social più famoso del mondo, che richiamano quanto affermato già nei giorni scorsi, quando era stato rotto il silenzio e aver fissato il giorno della sua testimonianza davanti al Congresso, Senato prima e Camera poi.

Scuse e strategie

Secondo quanto diffuso dai media americani, Zuckerberg avrebbe impostato la sua relazione sull'analisi di quanto accaduto dal punto di vista del Ceo di Facebook, anteponendo a tutti i discorsi le sue scuse e la sua assunzione di responsabilità negli errori commessi che, al momento, hanno rappresentato non solo un fortissimo danno d'immagine ma anche un'ingente perdita di natura economica, con il segno meno a Wall Street pressoché una costante. Ma non solo analisi dei fatti: Zuckerberg illustrerà alle due ali del Congresso anche come Facebook intende procedere d'ora in poi e quali saranno le misure solutive (e preventive) per tentare perlomeno di riparare in parte quanto successo con Cambridge Analytica. Entrambe le audizioni saranno trasmesse in streaming sui siti delle Commissioni interessate.

Chiuso Cubeyou

Nel frattempo, il social network ha fatto sapere di aver sopseso l'azienda newyorkese Cubeyou, avente come scopo l'analisi dei dati sui consumatori. Uno stop dovuto all'ipotesi che la piattaofrma abbia raccolto informazioni in collaborazione con la società britannica, ponendo il tutto sotto l'aspetto di una ricerca accademica: “Se rifiutano – spiega da Menlo Park Irme Archibong, vicepresidente per la partnership dei prodotti, interpellata dalla Cnbc – o non superano il nostro controllo, le loro app saranno bandite da Facebook”. Archibong ha inoltre specificato che “lavoreremo con la britannica Ico per chiedere all'università di Cambridge informazioni in merito allo sviluppo delle app in generale da parte del suo centro psicometrico, dato il caso e l'abuso da parte di Aleksandr Kogan”. 

redazione

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