Venezuela sull’orlo della guerra civile, bloccato un corteo alla Marcia del Silenzio

A poche ore dalla conclusione della “marcia del silenzio”, scoppia la rivolta nelle strade di Caracas, capitale del Venezuela.

La Marcia del Silenzio

Ieri la marcia – convocata dall’opposizione venezuelana – aveva richiamato migliaia di persone scese in strada in omaggio alle vittime nella repressione della protesta anti-governativa voluta dal presidente Nicolàs Maduro. Nella capitale, i manifestanti partiti da 20 punti di concentrazione distinti hanno raggiunto, camminando in silenzio e vestiti di bianco, la sede centrale della Conferenza episcopale venezuelana.

Uno dei principali cortei di oppositori è stato bloccato dalla polizia venezuelana che, in tuta antisommossa, ha impedito ai manifestanti (incolonnati dietro a una grande croce di legno) di superare il posto di blocco nei dintorni della sede dell’Università Centrale, malgrado le trattative con i capi del corteo. Una sottoufficiale ha poi riferito che una delegazione di oppositori è stata autorizzata a passare, mentre il resto delle persone ha cercato strade alternative per raggiungere la sede dell’episcopato.

Molteplici le rivendicazioni dei manifestanti, incentrate sulla liberazione dei prigionieri politici, sulla creazione di un cronogramma elettorale certo, sulla restituzione dei poteri costituzionali al Parlamento e sulla creazione di un “corridoio umanitario” per favorire l’arrivo di cibo e medicinali nel paese.

Ancora violenze a Caracas

Intanto, la minaccia di una rivolta sociale si allarga a macchia d’olio. Dopo gli 11 morti di venerdì scorso a El Valle (a sud di Caracas), la violenza si è estesa anche a Petare, il quartiere popolare a nord della capitale. Qui la notte scorsa ci sono stati numerosi attacchi contro negozi e duri scontri fra oppositori, civili filogovernativi armati (i cosiddetti ‘colectivos’) e membri delle forze dell’ordine.

L’opposizione accusa “i paramilitari del regime”

Il vicepresidente, Tareck El Aissami ha parlando di “una nuova spirale di violenza organizzata dai delinquenti politici in combutta con i delinquenti criminali, che attaccano insieme il popolo più umile”. Il deputato oppositore José Guerra ha accusato “i paramilitari del regime”.

Dal canto suo, il presidente venezuelano ha puntato il dito contro il presidente del Parlamento: “Julio Borges”, ha detto Maduro, “sei il leader di questo colpo di stato. Non ti lamentare quando per te arriverà la giustizia. Te lo dico fin d’ora, sono deciso a difendere la mia patria e il mio popolo”.