Venezuela: 24enne morto a Caracas, la Chiesa prega per la pace

A poche ore dalla proclamazione dello sciopero generale della società civile, proclamato dalle opposizioni, in Venezuela si registra un’altra vittima. Un giovane manifestante è morto e almeno altri 2 sono rimasti feriti dopo essere stati raggiunti da colpi di arma da fuoco nel quartiere di Santa Eulalia, a Los Teques, una zona popolare nell’hinterland di Caracas.

La notizia, diffusa da vari media locali, è stata confermata dalla deputata Delsa Solorzano, che ha identificato la vittima come Ronney Tejera, di 24 anni. Si tratta della 96sima persona uccisa dall’inizio delle proteste antigovernative che si susseguono in Venezuela da inizio aprile. Fonti locali citate dalla stessa Solorzano hanno indicato che “uomini vestiti di nero” e presunti agenti della polizia hanno aperto il fuoco contro un gruppo nel quale si trovava Tejera e gli altri manifestanti che sono rimasti feriti.

Nel tentativo di sminuire la portata della mobilitazione, Nicolas Maduro ha definito lo sciopero “un fallimento totale“, ribadendo che il 30 luglio si andrà avanti con l’elezione dei delegati per la sua polemica Assemblea Costituente. “Le 700 aziende più importanti del Paese stanno lavorando in tutta normalità”, ha proclamato il presidente venezuelano durante un incontro con i giovani trasmesso a reti unificate, aggiungendo che “la classe operaia dimostra ancora una volta che il popolo vuole la pace e respinge in modo chiaro la destra fascista“.

Intanto la Chiesa venezuelana celebra Giornata di preghiera e digiuno per “la giustizia e la pace in Venezuela”. Si tratta di una iniziativa indetta dai vescovi locali in seguito alla crisi politica, economica ed umanitaria che sta vivendo il Paese. Come nelle edizioni precedenti (l’ultima è stata lo scorso 21 maggio) in tutte le comunità si stanno svolgendo processioni, veglie, rosari, adorazioni eucaristiche, staffette di preghiera e altre celebrazioni “per chiedere sostegno a Dio nel momento cruciale che stiamo attraversando”, scrivono i vescovi venezuelani. L’episcopato invita a “non lasciarsi rubare la speranza che sia possibile, con l’aiuto di Dio, ciò che sembra impossibile, per comunicare la speranza ed essere protagonisti in questo momento storico e del futuro del nostro Paese”. Intanto ieri altri due giovani sono morti nelle manifestazioni di piazza per la giornata di sciopero generale indetta dagli oppositori del presidente Nicolas Maduro. Sale così a 99 il numero delle vittime dall’inizio delle proteste ad aprile.