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Usa, i democratici bloccano la nomina alla Corte suprema di Gorsuch. Il Gop esercita la “nuclear option”

E’ stata solo temporanea la vittoria dei senatori democratici che erano riusciti ad ostacolare la ratifica della nomina presidenziale a giudice di Neil Gorsuch, indicato dal presidente Donald Trump per la Corte Suprema.

Gorsuch non raggiunge la soglia minima dei 60 voti su 100

Per diventare giudice della Corte Suprema, Gorsuch avrebbe dovuto raggiungere in Senato la soglia minima dei 60 voti a favore. Ma a conclusione delle votazioni aveva ottenuto solo 55 consensi e 45 pareri contrari. Le regole vigenti, infatti, prevedono che la conferma sia approvata con una soglia di 60 voti favorevoli su cento. Ciò non significa che Gorsuch non avrà la possibilità di sedere tra gli scranni dei supremi giudici, infatti i senatori del Gop hanno deciso di dare battaglia sulla vicenda, giocandosi un’ulteriore carta.

La “nuclear option”

I senatori del Gran Old Party – come ordinato dalla Casa Bianca – hanno esercitato la “nuclear option” (opzione nucleare), ossia la possibilità di modificare il regolamento che richiede il sì di 60 senatori per la conferma delle nomine presidenziali. Da oggi non sarà più necessaria la maggioranza di 60 voti su 100, ma quella semplice di 50 voti più uno. Così facendo i senatori del Gop hanno scavalcato l’ostruzionismo praticato dai democratici. La nomina di Gorsuch a giudice potrebbe avvenire già in serata o al più tardi domani.

Lo scontro sul giudice per la Corte Suprema

Lo scontro sulla nomina del giudice alla Corte Suprema risale allo scorso anno quando la maggioranza repubblicana aveva bloccato la conferma alla nomina di Merrick Garland. Quest’ultimo avrebbe dovuto prendere il posto del giudice conservatore Antonin Scalia, deceduto nel febbraio del 2016. Successivamente Trump ha scelto Gorsuch per ricoprire l’incarico rimasto vacante, ma la maggior parte dei democratici considera le sue opinioni troppo conservatrici. Al momento i giudici della Corte Suprema, la massima istanza giuridica del Paese, è bloccata da un impasse che vede 4 giudici nominati da presidente democratici e 4 nominati da presidenti Gop.

Manuela Petrini

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