Turchia: proseguono gli arresti, 168 mandati di cattura emessi a Istanbul

Incuranti della preoccupazione e dei moniti di parte della comunità internazionale, le autorità turche proseguono con gli arresti iniziati dopo il fallito golpe del 15 luglio 2016. Una nuova ondata di blitz della polizia contro sospetti affiliati alla presunta rete golpista di Fetullah Gulen si è svolta a Istanbul.

La procura della metropoli del Bosforo ha emesso 168 mandati di cattura nei confronti di altrettante persone accusate di aver utilizzato ByLock, l’app di messaggistica che, secondo gli inquirenti, veniva usata dai “gulenisti” per scambiarsi informazioni criptate. Almeno 115 sono già state arrestate in operazioni condotte nei quartieri di Uskudar e Umraniye, sulla sponda asiatica di Istanbul. I blitz sono ancora in corso. Altri 20 mandati di cattura sono stati emessi dalla procura di Ankara nei confronti di dipendenti del ministero delle Risorse Forestali.

Una situazione inaccettabile secondo alcuni Stati membri dell’Unione europea. La Germania, per bocca del ministro degli Esteri Sigmar Gabriel, ha annunciato un cambiamento di linea nei confronti della Turchia. Sul tema è intervenuto anche il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che ha azzardato un paragone con la Repubblica democratica tedesca. “La Turchia fa arresti arbitrari e non rispetta gli standard minimi consolari. Questo mi ricorda quello che accadeva prima nella Ddr” ha affermato alla Bild. “A chi adesso viaggia in quel paese è chiara una cosa: se succede qualcosa nessuno ti può aiutare” ha aggiunto. Al momento, la Turchia è diventata un rischio anche per i turisti tedeschi. “Se la Turchia non lascia perdere questi giochetti, come pure il veto delle visite dei deputati alla base Nato di Konya, dobbiamo dire alla gente, ‘voi viaggiate a vostro rischio in Turchia, non possiamo più garantirvi'”. Ieri Sigmar Gabriel ha annunciato una svolta nelle politica su Ankara, con il rafforzamento degli avvisi per chi viaggia nel Paese.

Alle parole di Gabriel è seguita la dura replica di Mevlut Cavasoglu, ministro turco degli Esteri: “La Germania deve sapere che la Turchia non cederà a minacce e ricatti”. Il capo della diplomazia turca ha rincarato l’accusa a Berlino di “sostenere i terroristi” e di voler “interferire nel sistema giudiziario”, chiedendo il rilascio del tedesco Peter Steudtner, arrestato insieme ad altri 5 attivisti per i diritti umani, tra cui la direttrice di Amnesty International, Idil Eser. Cavusoglu ha inoltre invitato Berlino ad abbassare i toni e “focalizzarsi sugli obiettivi comuni di lungo termine”.