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Torna a casa l'attivista tedesco detenuto per tre mesi in Turchia

Peter Steudtner, l'attivista tedesco rilasciato lo scorso mercoledì dopo tre mesi di carcere preventivo in Turchia con l'accusa di terrorismo, è rientrato a Berlino. “Il governo tedesco è molto lieto della liberazione di Peter Steudtner e del fatto che sia potuto tornare dalla sua famiglia” ha detto la portavoce di Angela Merkel, Ulrike Demmer.  “Ovviamente – ha aggiunto – continueremo a impegnarci per tutti i tedeschi ancora agli arresti”.

Nella liberazione, secondo quanto riportato da alcuni media, avrebbe giocato un ruolo importante l'ex cancelliere Gerhard Schroeder, che a settembre avrebbe incontrato di persona il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per un colloquio segreto sul caso Steudtner. La portavoce di Merkel non ha però voluto commentare questa notizia, peraltro smentita dalla Turchia. “Queste affermazioni non hanno niente a che fare con la realtà” ha tagliato corto il ministro della Giustizia di Ankara, Abdulhamit Gul. Il sistema giudiziario turco, ha proseguito, è “indipendente e imparziale”.

Resta, invece, in carcere il presidente di Amnesty International in Turchia, l'avvocato Taner Kilic. Lo ha deciso il tribunale di Smirne, davanti a cui è comparso per la prima volta per rispondere di accuse di “terrorismo” per sospetti legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Davanti ai giudici, Kilic si è dichiarato innocente, negando di aver scaricato ByLock, l'app di messaggistica che sarebbe stata impiegata dai “gulenisti” per scambiarsi informazioni criptate. Due perizie forensi presentate da Amnesty sostengono che l'app non è mai neppure stata installata sul cellulare dell'avvocato. La decisione su Kilic è giunta a poche ore dal rilascio a Istanbul di altri 8 attivisti per i diritti umani, tra cui la direttrice nazionale di Amnesty, Idil Eser, che erano stati arrestati a luglio in un blitz durante un seminario sull'isola di Buyukada, al largo della metropoli sul Bosforo. Tra loro anche 2 stranieri, Steudtner e lo svedese Ali Gharavi.

redazione

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