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Terrorismo, l’Europa: Schengen può essere cambiato

Dopo la tragedia dello scorso 7 gennaio a Parigi, il timore di nuovi attacchi in tutta Europa è esponenzialmente aumentato soprattutto con la minaccia dei “foreign fighters” o dei cosiddetti lupi solitari. Era partita da Marine le Pen la proposta di innalzare i livelli di guardia alla frontiera, ossia di sospendere il trattato di Schengen, così da limitare gli ingressi nei Paesi Europei di possibili attentatori. Inoltre la leader del Front National aveva anche chiesto al governo francese di inserire la pena di morte per i reati di terrorismo, perché fondamentale come “arma giudiziale” nella legislazione di un paese. Favorevole alla sospensione del trattato anche il ministro dell’interno francese Bernard Cazeneuve e il suo omologo spagnolo Jorge Fernandez Diaz.

Anche in Italia la proposta era stata accolta favorevolmente dal leader della Lega Nord Matteo Salvini. Non erano mancate le proteste, come ad esempio il ministro Gentiloni aveva definito la proposta una “passo indietro sulle libertà conquistate”, e anche Angelino Alfano si era detto contrario all’abolizione di Schengen, considerandola un “regalare ai populisti questa libertà conquistata pezzo per pezzo”. Terminata l’emergenza per la crisi, si sono susseguiti una serie di vertici e incontri per cercare di arginare il pericolo jihadisti e in questi giorni si sono riuniti a Riga, in Lettonia, i vari ministri degli interni dell’Unione europea proprio per discutere le modifiche da apportare al trattato Schengen. Insomma l’ipotesi ventilata in un primo momento dalla Le Pen – peraltro considerata quasi alla stregua di un eresia – ora sta pian piano prendendo forma.

Chiaro sintomo che la paura è alla stelle. Infatti la Commissione europea ha approvato una riforma del sistema di scambio di informazioni tra i Paesi dell’area Schengen per “facilitare il ritiro dei documenti a possibili foreign fighters”, inoltre verrà “facilitato l’annullamento del documento di identità di persone che potrebbero unirsi a gruppi terroristici al di fuori dell’Unione Europea”. Inoltre particolare attenzione sarà posta sulla propaganda che i terroristi cercano di vare sfruttando i vari social network e, a tal proposito, una delle riforme prevede l’innalzamento delle misure per il monitoraggio di contenuti internet e di segnalarli per l’eliminazione in caso di violazione del codice di comportamento da aziende come Google e Twitter.

Inoltre i ministri stanno valutando la possibilità di modificare l’accordo di Schengen per consentire controlli più efficaci e rigorosi sia in entrata che in uscita dall’area libera di circolazione, o per lo meno di ampliara la possibilità di intervento all’interno dell’accordo. Nuovi aggiornamenti verranno adottati anche per quel che riguarda il termine il Sistema informativo Schegen (SIS), in modo da permettere uno scambio di dati più rapido e puntuale sulle persone sospettate di terrorismo.

Autore Ospite

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