Iran verso la revoca della censura nei confronti di YouTube, Twitter e Facebook. Lo ha fatto capire il presidente Hassan Rohani durante un colloquio con il ministro delle telecomunicazioni e i dirigenti di questo dicastero iraniano.
Nei primi anni della sua diffusione, in Iran, c'era un'opposizione totale, anche da parte delle autorità religiose, a Facebook; addirittura in un periodo iniziale, gli uffici governativi chiedevano ai propri impiegati di non aprire una pagina nel social. Col passare degli anni e grazie alle app anti-filtro, dette anche Vpn, l'elite di intellettuali e soprattutto i giovani, in Iran ha avuto accesso a Fb aprendo le proprie pagine. Ciò è andato avanti fino al 2013, quando persino le autorità del governo, o la Guida Suprema, hanno iniziato ad avere le loro pagine ufficiali su Fb.
Twitter inizialmente venne tollerato ma bloccato nel 2009, quando venne usato dagli attivisti dell'Onda Verde per organizzare proteste. YouTube invece è oscurato bloccato e riaperto a più riprese dal 2005.
Con oltre 40 milioni di utenti, oltre 80 milioni di telefoni smart, la connessione internet che copre persino il 66% dei villaggi, ed una popolazione con l'età media di 29,5 anni, a Teheran hanno probabilmente compreso che la censura non produce alcun risultato.
Domenica il presidente Rohani è stato chiaro: “Non possiamo censurare il web contro la volontà della gente. Certe volte pensiamo di aver assunto il nostro potere dal cielo ma non è così; il nostro potere proviene dal popolo. Invece che censurare, dobbiamo lavorare sulla cultura, e insegnare sin dalle scuole elementari l'uso corretto di internet e della tecnologia“. Gran parte del merito di questo vero e proprio cambio di paradigma, secondo gli esperti, è del giovane ministro delle telecomunicazioni, Mohammad Javad Azarì Jahromì, 35 anni, voluto a tutti i costi da Rohani nel suo team di governo.
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