Niente cibo, né acqua. E la terra che continua a tremare. E' un inferno quello vissuto sull'isola di Sulawesi, in Indonesia, dove la forza della natura si è abbattuta con tutta la violenza possibile, prima con un terremoto che ha messo in ginocchio la popolazione, poi con uno tsunami che ha spazzato via case, forza e speranze. Ora la situazione è disperata, con il conto dei morti salito a 1234 e un'emergenza umanitaria alla quale i soccorritori in campo faticano a far fronte. E il bilancio delle vittime, come spiegato alla Cnn dal funzionario della Croce rossa indonesiana, Rafiq Anshori, sembra destinato a salire ancora: qualche ora fa, durante la ricerca di 86 bambini facenti parte del gruppo recatosi a campus religioso, sono stati estratti dal fango 34 corpi di studenti di teologia, tutti di giovanissima età. Il resto dei ragazzi è ancora disperso.
Nel frattempo, la tensione continua a salire a Sulawesi, per la scarsità di mezzi a disposizione per i soccorsi e anche per la carenza di viveri e acqua per gli sfollati e i feriti. Tensione esplosa in mattinata a Palu, la città più colpita dallo tsunami e la più difficile da raggiungere per i soccorritori, dove l'esercito è stato costretto a respingere i tentativi di saccheggio nei pochissimi negozi aperti esplodendo alcuni colpi di pistola in aria e lanciando lacrimogeni contro la folla, come raccontato da alcuni testimoni (fra i quali un giornalista della Bbc). Una situazione resa ancora più grave dall'assenza quasi totale di elettricità e delle vettovaglie, quasi del tutto impossibilitate ad arrivare a causa delle pessime condizioni delle strade.
Nemmeno la terra dà tregua agli abitanti della zona centrale dell'arcipelago indonesiano, alle prese con altre scosse di terremoto nella notte, fra cui una di moderata intensità al largo di Sumba, mentre un'altra più forte è stata percepita nemmeno un quarto d'ora dopo, più o meno nella stessa zona ma a una profondità maggiore. Il quadro peggiore, a ogni modo, è quello di Palu e dell'intera isola di Sulawesi, alle prese con un conteggio di vittime prossimo a salire ulteriormente dalle attuali 1234 viste le 99 persone ancora disperse. Gli sfollati, al momento, superano abbondantemente i 60 mila.
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