Nuova strage degli innocenti in Siria. Circa 43 civili, tra i quali 12 bambini e adolescenti e una decina di donne, sono stati uccisi dai bombardamenti incrociati portati avanti ad Aleppo sia dalle forze lealiste, sia dai ribelli. È quanto riportato dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). Secondo il bilancio dell’Ong, sono 34 i morti e 200 i feriti causati in poche ore dai bombardamenti compiuti dai ribelli nella città sui quartieri controllati dalle forze governative del presidente Assad. Nove civili sono invece rimasti uccisi dai raid aerei o colpi di artiglieria compiuti dei lealisti sulle aree cittadine in mano agli insorti.
Le violenze arrivano qualche ora dopo la scadenza della tregua di 72 ore decretata da Damasco per festeggiare l’Eid al Fitr, festa con cui si conclude il mese di Ramadan. I razzi sono stati sparati sui quartieri di Al Furqan e Al Masharqa – controllati dalle autorità siriane – e sul campus universitario. Tra i feriti, riportano fonti locali, alcuni sono in condizioni molto gravi.
La situazione ad Aleppo si è ulteriormente complicata da quando, il 7 luglio scorso, le forze armate di Assad hanno tagliato l’unica via di accesso nelle aree di Aleppo in mano ai ribelli. I gruppi stanno ingaggiando violenti scontri contro le truppe governative per riconquistare l’area di al-Malah, a nordovest di Aleppo e a circa un chilometro dalla strada Castello, già oggetto di bombardamenti aerei e di artiglieria: “La strada non era priva di rischi, ma adesso è completamente impercorribile”, ha dichiarato a Reuters Zakaria Malahfiji, membro del gruppo ribelle Fastaqim di Aleppo. Circa 250mila persone sono bloccate all’interno della città.
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