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Stop al Parlamento, la Corte scozzese respinge il ricorso

Lo stop al Parlamento deciso da Boris Johnson resiste al primo assalto: il senatore del College of Justice di Edimburgo, lord Raymond Doherty, ha infatti respinto il ricorso presentato da un gruppo di parlamentari contro la chiusura della Camera dei Comuni fino al 14 ottobre, precisa scelta del premier britannico per scongiurare eventuali slittamenti dell'uscita dall'Unione europea. Naufraga, dunque, il primo dei tre tentativi legali mossi da gruppi bipartisan per fermare l'iniziativa di Johnson e ridare nuovamente voce al Parlamento sul tema Brexit con l'obiettivo, non ultimo, di ridimensionare l'azione del primo ministro e tentare il tutto per tutto per scacciare lo spettro del no deal. A ricorrere alla Corte suprema scozzese (che comunque vedrà un'audizione ufficiale la prossima settimana) c'hanno provato, con una mozione congiunta, la deputata Joanna Cherry (Scottish national party), Jo Swinson (Lib-dem) e Jo Maugham (Good Law Project).

Altri due procedimenti

Superata la prima onda, Boris Johnson continua a restare in bilico sulle maree della politica britannica: la prossima prova sarà a Belfast, dove l'Alta corte nordirlandese dovrà pronunciarsi su un altro ricorso bipartisan fatto pervenire per le stesse ragioni che lord Doherty ha appena bocciato. In ballo c'è anche un altro procedimento, con un'altra ingiunzione presentata a Londra, alla cui udienza dovrebbe partecipare anche l'ex premier John Major. Il quadro, pur ancora tutto da definire, coincide comunque con l'annunciato quadrato delle opposizioni contro il premier Johnson tanto che, come annunciato da Jeremy Corbyn, pur restando in piedi la carta della sfiducia (“che verrà giocata al momento giusto”), il primo tentativo politico verrà effettuato nella giornata di martedì, quando i laburisti cercheranno l'approvazione-lampo della mozione indicativa “per legiferare in modo da impedire un no deal“.

Il tutto per tutto delle opposizioni

Lo scenario che si profila è di sicuro poco frequente per la politica inglese. Laura Kuenssberg, reporter della Bbc, lo ha definito non a torto “un arcobaleno politico”, considerando che all'interno del gruppo dissidente convergono numerosi colori dell'opposizione alla leadership Tory. Uno schieramento con 'unico obiettivo di fermare Johnson, con tanti ex ministri alle spalle e, soprattutto, spinti dalla necessità di arginare la paura diffusa di una Brexit senza accordo, quella che, nei piani di Johnson, rientra come una delle possibilità e non come una probabile catastrofe economica, come invece la considerano media e buona parte dei politici. Anche per questo, considerando la leva fatta dall'attuale premier proprio su un'uscita a qualunque costo per ottenere consensi, il compito di laburisti e compagnia potrebbe rivelarsi dispendioso in termini di energie ma, a conti fatti, poco utile.

DM

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