Lo Stato Islamico torna a perseguitare i cristiani. Questa volta avviene in Siria, nel villaggio di al-Qaryatain. Il centro si trova nella provincia di Homs a 140 km dalla capitale Damasco. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, attivisti locali avrebbero rilevato che gli uomini del Califfato hanno imposto la jizya, una tassa per i non-musulmani.
Per l’osservatorio, che ha sede a Londra ma cita spesso fonti locali, le alternative date ai cristiani sarebbero poche: pagare la tassa, convertirsi all’Islam oppure lasciare la città. Gli abitanti di al-Qaryatain, per paura di essere decapitati dagli jihadisti, hanno pagato diverse somme di denaro nelle ultime 48 ore anche se poco alla volta stanno abbandonando le proprie case per cercare rifugio verso la capitale.
Intanto nuove barbarie vengono fatte nella zona. Come a Palmira la furia dell’Isis si è scatenata anche contro il vicino santuario cristiano di Mar Elian. A maggio era stato sequestrato il priore del monastero padre Jacques Murad e da allora non si hanno più avuto notizie. Inoltre, un nuovo colpo allo Stato Islamico potrebbe arrivare dalla Turchia. La autorità di Ankara, per bocca del ministero turco degli Esteri, Tanju Bilgic, hanno stilato una lista di oltre 20 mila di aspiranti “foreign fighters” che potrebbero andare a combattere in Siria e Iraq. A tutti gli iscritti nella lista verrà impedito l’accesso nel Paese. Bilgic ha anche fornito i primi dati sui rimpatri dicendo che oltre 2 mila stranieri sono stati respinti
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