Siria: Daesh sotto pressione a Raqqa, miliziani scontenti tentano il golpe

Non bastavano l’arrivo dei marines americani e la nuova sconfitta subita a Palmira. A mettere in crisi l’Isis in Siria ora è anche una fronda interna allo stesso Califfato. Complice il “cattivo trattamento salariale” erogato da Abu Bakr al Baghdadi, un gruppo di miliziani tunisini ha messo in atto un vero e proprio tentativo di golpe per prendere il potere a Raqqa, “capitale” siriana del sedicente Stato Islamico. Un attentato kamikaze, organizzato dalla fronda, ha provocato la morte di almeno 20 alti quadri dell’organizzazione. A darne notizia è stata l’agenzia filo iraniana al Mayadin, citando social network di affiliati all’Isis e “fonti locali a Raqqa”.

Secondo quanto riferito, il tentativo di “colpo di Stato” è andato in scena nella notte tra venerdì e sabato scorsi da un gruppo chiamato “I migranti arabi” (espressione che deriva dalla prima epoca dell’Islam e usato oggi per indicare chi combatte per il jihad in terra straniera). Altre fonti aggiungono che il tentato golpe è stato organizzato sulla base di proteste causate dalla riduzione degli stipendi ai miliziani “stranieri”, distinguendoli dagli iracheni, che costituiscono il cuore dell’Isis.

Quando la polizia militare del Daesh è intervenuta per tentare di sedare le proteste, alcuni attentatori suicidi del gruppo dei tunisini si sono fatti esplodere uccidendo “20 tra responsabili della sicurezza e militari” dell’Isis. Alcuni golpisti, proseguono le fonti, sono riusciti a mettersi in salvo e a fuggire da Raqqa ma non vi sono notizie sulla loro sorte. Già l’anno scorso erano emerse notizie di un tentato golpe a Mosul, roccaforte dell’Isis nel nord dell’Iraq. La notizia di queste ore giunge mentre circolano voci a Raqqa della nomina del nuovo governatore e del nuovo comandante militare della zona, rispettivamente Abu Ayat Jawfi e Abu Hareth Shami. Il primo era governatore di Bab, a est di Aleppo, ora presa dalle forze turche.