Il pesante taglio degli Stati Uniti ai finanziamenti destinati all'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, rischia di portare una nuova ondata di profughi verso l'Unione europea. Lo ha detto il commissario generale dell'organizzazione, Pierre Kraehenbuehl, che, nel corso di un'intervista all'Agi, ha parlato di “crisi senza precedenti“.
Importante, secondo Kraehenbuehl, è il dialogo con l'Ue, perché “alla fine la questione non riguarda l'Unrwa in sé ma la stabilità della regione e la dignità delle persone: “Se non c'è dignità delle persone, non ci sarà stabilità nella regione – ha ragionato -. Da una prospettiva europea è molto chiaro, tutti ricordano quanto è successo, e le emozioni che ha suscitato, l'arrivo di milioni di rifugiati dalla Siria e da altri Paesi nel 2015″.
Ricordando l'assistenza vitale fornita dall'Unrwa a 5,3 milioni di palestinesi in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e Gaza, il commissario generale ha sottolineato che “se il nostro sopporto a una comunità così colpita e destabilizzata verrà sospeso, interrotto o minacciato in qualche modo, non c'è dubbio che le persone sceglieranno sempre di più di lasciare la regione. Finora hanno avuto la scelta di restare perché ricevevano istruzione e altri servizi“.
Proprio questa è la missione dell'agenzia Onu che è “direttamente responsabile per 5,3 milioni rifugiati palestinesi”, fornendo “istruzione a 500 mila studenti in Siria, Giordania, Libano, Cisgiordania e Gaza, e servizi sanitari, con 3 milioni di pazienti visitati e assistenza d'emergenza a un milione e mezzo, specialmente in Gaza, Cisgiordania e Siria”. Per questo, l'Unrwa spende “1,2-1,3 miliardi di dollari all'anno. Gli Usa hanno dato l'anno scorso 360 milioni di dollari mentre per quest'anno hanno annunciato 60 milioni. Si tratta di “300 milioni di dollari in meno che, su un bilancio di 1,2 miliardi, è una parte molto significativa“. Da qui, la campagna “Dignity is Priceless” lanciata dall'Unrwa per trovare nuovi fondi e “mobilitare non solo il supporto già esistente ma in particolare uno nuovo e aggiuntivo che ci permetta di colmare questo buco finanziario“.
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