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Security clearence, gli ex di Obama a rischio

Via i 'security clearance', ovvero gli accessi ai dossier di sicurezza, agli ex funzionari di Obama. Sarebbe l'ennesimo colpo a effetto che il presidente Trump andrebbe a sfoderare contro il suo predecessore, del quale ha sempre detto di non apprezzare la politica e, a quanto pare, nemmeno gli uomini e le donne che componevano il suo staff. Da John Brennan (ex direttore Cia) a James Comey (ex direttore Fbi), la lista dei nomi da depennare dall'agenda di concessioni dei nulla osta è piuttosto lunga e densa di nomi importanti: una mezza dozzina almeno, secondo quanto finora riportato dalla portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, la maggior parte di loro critici rispetto al colloquio avuto da Trump con Putin e, di rimando, su tutta la scia polemica che, da Helsinki, ha attraversato l'Atlantico e poi, in lungo e in largo, l'opinione pubblica degli Stati Uniti.

I sei

E, quando si parla di mossa a effetto, il termine è più che mai valido considerando che, in caso, quella di Trump sarebbe un'operazione senza precedenti, una vera e propria epurazione dello staff per la Security da tutti i propri rivali politici (si parla anche dell'ex direttore della Nsa, Michael Hayden). Un invito a nozze per i detrattori del presidente che, nella possibile decisione, hanno visto l'ennesima prova di forza e, nondimeno, una nuova “violazione” del protocollo. Vero è che, al momento, non sono arrivate conferme ufficiali al di là delle parole di Sarah Sanders (“Hanno politicizzato e, in alcuni casi, monetizzato il loro servizio pubblico”) e gli stessi interessati tenderebbero a minimizzare la cosa: tra questi, oltre ai già citati Comey, Hayden e Brennan, vi sarebbero anche James Clapper (ex direttore dell'Intelligence nazionale), Susan Rice (ex consigliere per la Sicurezza) e Andrew McCabe (vicedirettore Fbi).

Il tweet del senatore

Un “repulisti” degli ex pro-Obama che, almeno per il momento, non ha una data certa e la portavoce Sanders si è limitata ad affermare che la Casa Bianca avrebbe fornito ulteriori informazioni quando ne sarebbe stata in possesso. Pare però che due dei nomi presenti nella lista, McCabe e Comey, abbiano già visti revocati i loro nulla osta, perlomeno secondo quanto riportato da fonti loro vicine, citate dai media americani. E pare anche a scatenare l'operazione di Trump sia stato un tweet del senatore del Kentucy Rand Paul, il quale ha spiegato di voler parlare con il presidente per “revocare le autorizzazioni di sicurezza” a tali personaggi. Inizialmente, il riferimento era al solo Brennan, per poi essere esteso anche ad altri 5 nomi.

Motivazioni politiche

Che la motivazione di questa eventuale mossa sia politica è praticamente fuor di dubbio, visto che è stata la stessa Sanders a fare riferimento alle critiche avanzate dai 6 contro il vertice di Helsinki: “Quando hai il più alto livello di autorizzazione di sicurezza – ha detto la portavoce -, quando sei la persona che detiene i segreti più profondi e sacri della nazione per le tue mani e poi vai fuori a fare false accuse contro il Presidente negli Stati Uniti, si può dire che è qualcosa essere preoccupati”. Pochi giri di parole dunque ma anche un gesto che, trovasse attuazione, avrebbe del clamoroso: quando tali funzionari cessano la loro attività al governo, infatti, continuano regolarmente a detenere le loro autorizzazioni di sicurezza, sia per consultarsi con chi li sostituisce sia per sopperire a eventuali problematiche. Trump potrebbe superare anche questo.

Mattia Damiani

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